Lo rivela la "lista rossa" dell'Unione internazionale per la conservazione della natura. Sotto accusa agricoltura e pesca non sostenibili
Rari delfini di acqua dolce del Sud-est asiatico, marsupiali e rettili, ma anche alcune varietà selvatiche di riso e frumento: sono tra le specie di piante e animali per cui il rischio estinzione si sta pericolosamente avvicinando. L’allarme arriva dall’ultimo aggiornamento della "Lista rossa" compilata dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), che punta il dito contro l'uomo e contro cattive pratiche di pesca e agricoltura.
Le tre specie estinte
Il bilancio dello Iucn è pesante. In Australia, sull’isola di Natale, tre specie di rettili sono state dichiarate estinte: il Lepidodactylus listeri, comunemente conosciuto come Lister’s gecko; il Cryptoblepharus egeriae, ovvero lo scinco dalla coda blu e l’ Emoia nativitatis, noto come scinco delle foreste dell’isola di Natale. Non è chiaro il motivo della scomparsa degli animali, ma tra i più probabili si trovano l'arrivo di una formica invasiva o un'improvvisa epidemia.
Gli animali a rischio
Non sono ancora scomparse, ma potrebbero esserlo a breve, l'orcella nota anche come delfino dell' Irrawaddy, e la neofocena: per queste specie l'organizzazione ha elevato lo status di minaccia da "vulnerabile" a "in pericolo" di estinzione. Le cause sono da imputarsi soprattutto a pratiche ittiche non sostenibili e all’uso di reti da posta, in cui spesso restano impigliate. Spostandosi dalle acque alla terraferma, stessa sorte sembra toccare ad alcuni rettili giapponesi e all’opossum con la coda ad anello australiano: in quest’ultimo caso, a causa di caldo e siccità, la popolazione è calata di oltre l’80% negli ultimi 10 anni.
Allarme per riso e patate dolci
A rischiare la scomparsa non sono solo animali: tra le piante lo Iucn accende i riflettori su diverse varietà selvatiche di riso, frumento e anche le patate dolci. Decine di specie per la prima volta entrano nella famigerata Lista rossa: colpa di deforestazione, espansione urbana e pratiche di agricoltura troppo intensiva. Le uniche notizie positive arrivano dalla Nuova Zelanda: due specie di kiwi sono passate dalla categoria "in pericolo" a "vulnerabili" grazie alle azioni di salvaguardia intraprese dal governo neozelandese e dalle collettività locale.