Microplastiche nei cosmetici, in un flacone ce ne sono fino a 750mila

Ambiente

È uno dei risultati dello studio presentato a Palazzo Madama in occasione della conferenza promossa da varie associazioni, tra cui Legambiente, per chiedere di approvare la proposta di legge che vieta l'utilizzo di queste particelle. Il testo è fermo al Senato

In un flacone di prodotto cosmetico da 250 ml possono essere presenti fino a 750mila particelle plastiche. A dirlo, un'indagine che è stata realizzata dall'associazione MedSharks con il supporto tecnico del Cnr Ismac Biella, Università del Salento e Università degli Studi Roma Tre. La ricerca è stata presentata al Senato in occasione di una conferenza promossa da varie associazioni, tra cui Legambiente, per chiedere a Palazzo Madama di approvare la proposta di legge che bandisce  l'utilizzo delle microplastiche nei cosmetici.

Polietilene nei cosmetici

Le microplastiche rappresentano la maggior parte della plastica che soffoca gli oceani, oltre il 90 per cento. Secondo lo studio, il polietilene rappresenta il 94 per cento delle microplastiche contenute nei cosmetici. L’indagine è stata condotta su un campione casuale di 30 punti vendita tra profumerie, farmacie, parafarmacie e supermercati, in otto regioni italiane, e ha riguardato 81 prodotti che contengono polietilene. La maggior parte di questi, pari a circa l'80 per cento, è costituita da prodotti come esfolianti per corpo e viso, saponi struccanti e un prodotto antiforfora. Il polietilene, inoltre, è presente anche in creme per donna e per uomo. Le microplastiche contenute nei cosmetici sono considerate una fonte di inquinamento non trascurabile: si stima, infatti, che siano tra le duemila e le novemila le tonnellate di particelle che vengono rilasciate ogni anno.

Prodotti naturali con polietilene

In metà dei prodotti esaminati nella ricerca, il polietilene è inserito nelle prime quattro posizioni degli ingredienti, dopo l'acqua. Non solo. Alcuni fra i cosmetici con la maggior concentrazione di polietilene sono in vendita anche negli scaffali dei prodotti naturali, ovvero quelli che esaltano una loro particolare attenzione verso l'ambiente.

I numeri

Secondo l’analisi quantitativa che è stata eseguita dal Cnr Ismac di Biella, su un prodotto che elencava il polietilene come principale ingrediente dopo l'acqua, è stata riscontrata una media di 3mila particelle di plastica di dimensioni fra i 40 e i 400 micron per ogni millilitro. In un flacone da 250ml sarebbero quindi presenti 750mila frammenti di polietilene, per un peso totale di 12 grammi.

La campagna

Lo studio realizzato dall'associazione MedSharks con il supporto tecnico del Cnr Ismac Biella, Università del Salento e Università degli Studi Roma Tre è stato presentato al Senato in occasione dell'appello #FaiDaFiltro, lanciato da sigle come Legambiente, Marevivo, Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e Wwf. L’obiettivo di queste associazioni è quello di chiedere al presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, e a tutti i senatori, di approvare al più presto la proposta di legge che bandisca l'utilizzo delle microplastiche nei cosmetici. L’appello, si legge sul sito di Legambiente, è stato sottoscritto da molte personalità del mondo della ricerca scientifica, dello spettacolo, dello sport, del mondo produttivo e dai rappresentanti delle aree protette italiane. Tra i primi firmatari Piero Angela, Giovanni Soldini, Luca Mercalli, Andrea Camilleri.

Basta rinvii

“Non è più possibile rinviare l'approvazione della norma per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici", dicono le associazioni rivolgendosi al presidente del Senato e alle commissioni Ambiente e Industria di Palazzo Madama. A dare una sponda alle campagna #FaiDaFiltro, Ermete Realacci, deputato del Pd e presidente onorario di Legambiente: "Noi abbiamo approvato il testo alla Camera un anno fa, all'unanimità. Se il Senato ce lo rimanda indietro velocemente, penso che i tempi per approvare la legge ci siano”. L'esponente dem ha poi aggiunto: "Questo (la cosmesi, ndr) è uno dei settori in cui l'Italia può guidare il mondo: il 65 per cento del make up mondiale viene fatto in Italia e le aziende italiane hanno già i prodotti per sostituire le microplastiche. Se noi compiano questo atto, facciamo un gesto d'amore per l'ambiente e per il futuro ma anche una cosa molto intelligente per l'economia".

Plastica, un rischio per la catena alimentare

Secondo il Rapporto Frontiers 2016 dell'Unep, l'inquinamento da microplastiche negli oceani è tra le sei minacce ambientali emergenti. Molti studi confermano che una volta in mare queste vengono ingerite dalla fauna, assieme alle sostanze tossiche accumulate. Il rischio c’è anche per lo squilibrio della catena alimentare: pesci e molluschi contaminati da plastica e inquinanti, infatti, possono finire sulle nostre tavole. "Quello che preoccupa”, dicono le associazioni “è poi l'inquinamento invisibile e incalcolabile legato alle microplastiche. Le fonti sono diverse, comprese le migliaia di microparticelle di plastica contenute nei prodotti per la cosmesi che ogni giorno arrivano in mare direttamente dagli scarichi. Una fonte questa, che si può eliminare da subito, mettendone al bando l'utilizzo", denunciano le associazioni.

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