Torino, padre abusa in ospedale della figlia 13enne incinta: arrestato

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L'uomo è accusato di abuso sessuale aggravato in quanto la violenza sarebbe avvenuta nei confronti di un familiare, la figlia, in gravidanza e minore di 14 anni

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Una ragazzina incinta di 13 anni e il padre che in ospedale abusa di lei. Questa, come riporta La Stampa, è la storia racchiusa nei filmati delle telecamere che gli inquirenti hanno nascosto in una stanzetta del Sant’Anna di Torino. E che hanno ripreso tutto. L’uomo, di origine filippina, è stato arrestato in flagranza. E ora, su misura cautelare, è recluso in carcere al Lorusso e Cutugno con l’accusa di abuso sessuale aggravato. Questo perché la violenza sarebbe avvenuta nei confronti di un familiare, la figlia, ma anche di una giovane incinta e minore di 14 anni. L'uomo attualmente risulta incensurato. (ABUSI SU MINORI)

La ricostruzione dei fatti

La ragazza si presenta in ospedale a inizio luglio. Era al trentesimo mese di gravidanza. Quando le chiedono chi è il padre, la giovane risponde in maniera evasiva. Prima racconta di averlo conosciuto sui social, poi parla di una chat di incontri. Poi più nulla. Ora si attendono gli esiti del test del Dna. Dall’ospedale viene inviata una segnalazione a Palazzo di giustizia. Iniziano le indagini: vengono nascoste alcune telecamere nella stanza dov’è ricoverata la giovane. Le videocamere registrano tutto. Gli unici a farle visita sono i familiari: la mamma, i fratelli più piccoli. Poi arriva il padre. L’uomo è stato arrestato in flagranza il 10 luglio scorso.

 

Le indagini

Secondo le prime ipotesi, la madre avrebbe coperto il compagno dopo l'abuso della figlia, ma l'uomo attualmente risulta incensurato. Per avere certezza della paternità del bambino che nascerà a breve e che molto probabilmente verrà dato in adozione, occorrerà attendere l'esito del test del Dna. Gli inquirenti vaglieranno le posizioni di tutti i componenti del nucleo familiare: dalla madre ai nonni che, a quanto si apprende, vivevano sotto lo stesso tetto. Attualmente, la ragazza e i fratelli si trovano in una comunità protetta, assistiti da psicologi. Di loro si occuperà un curatore speciale, dato che il tutore dei bambini è il Comune di Torino.

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