Giornate Fai d'autunno 2022, date e luoghi da non perdere a Torino

Piemonte
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Il 15 e il 16 ottobre si celebrano le giornate d’autunno del Fai in diverse città dell’Italia. Nel Torinese sono diciassette i luoghi da poter visitare

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In occasione delle giornate d’autunno del Fai, previste per sabato 15 e domenica 16 ottobre, sono molti i luoghi da visitare a Torino e nei dintorni del capoluogo piemontese.

Castello e Parco di Masino

Da oltre mille anni, il Castello di Masino domina la vasta piana del Canavese da un'altura antistante la suggestiva barriera morenica della Serra di Ivrea: dal Belvedere si gode di un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto. Questa posizione strategica costò al maniero frequenti contese, ma la nobile famiglia dei Valperga – che la tradizione vuole discendente da Arduino, primo re d'Italia – ne mantenne il possesso dalle origini, documentate già nel 1070. Sabato 15 e domenica 16 ottobre tante offerte attendono i visitatori all'interno del castello e all'esterno nel parco Settecentesco. Si scopriranno le origini della dimora di delizie della famiglia Valperga, e come il Fai gestisce il bene in modo sostenibile, dalla cura del verde ai restauri. Inoltre una visita speciale, omaggio dedicato esclusivamente ai nuovi iscritti, porterà alla scoperta di questo affascinante mondo, a partire dal Museo delle Carrozze e nelle scuderie, eccezionalmente aperti per le Giornate Fai. Oltre a libri e documenti, il Castello di Masino, nel Palazzo ancora oggi detto delle Carrozze, conserva una collezione di 13 esemplari con relativi finimenti, appartenuta alla famiglia Valperga e ospitata in locali attigui alle scuderie storiche.

Cappella di Robaronzino

Situata a Ciriè, a differenza delle numerose cappelle campestri della zona, quella di Robaronzino è molto ricca di decori poiché fu, nella prima metà del '700, proprietà del banchiere-magnate Antonio Faccio di Carignano. L'edificio, che all'esterno si presenta semplice e lineare, è all'interno un vero gioiello barocco: l'altare, attribuibile a Bernardo Vittone, è coronato da candelabri e putti lignei; pregevolissimi stucchi di maestri luganesi ornano la Chiesa; l'abside è decorata da una tela che raffigura l'Immacolata Concezione; le pareti laterali presentano quattro grandi tele, opera del pittore settecentesco Pietro Francesco Guala, raffiguranti scene di vita mariana. Il percorso proposto dal Fai prevede inoltre la visita di Palazzo D'Oria e di tre Chiese del centro storico di Cirié (Duomo di S. Giovanni Battista, S. Giuseppe e S. Martino) e del Santuario di S. Vito Martire a Nole, situato a una decina di minuti in automobile.

Il duomo di San Giovanni Battista e le chiese San Giuseppe E San Martino di Liramo

Il Duomo di San Giovanni Battista è nato come chiesa dipendente dalla pieve di San Maurizio e con la formazione del borgo di Ciriè nel XIV secolo divenne la principale parrocchia del luogo. Custodisce la "Madonna del Popolo" attribuita al Defendente Ferrari (1519), una pala in forma di trittico raffigurante il "Battesimo di Gesù", attribuita a Giuseppe Giovenone (1531) e un pregevole crocefisso ligneo di scuola bizantina (XIII/XIV secolo).

La Chiesa di San Giuseppe mantiene l'impianto originario tipico della Controriforma, ad aula unica con cappelle laterali. Pregevole la decorazione delle pareti, inquadrata tra le paraste e l'alta fascia mistilinea, che sottolinea lo stucco delle volte. Molti degli arredi interni sono di particolare pregio artistico. Degne di menzione la pala attribuita al Defendente Ferrari, raffigurante la Madonna, e la pala d'altare.

La Chiesa di San Martino di Liramo in origine faceva parte dell'insediamento sparso antecedente la costruzione delle mura del borgo. Costruita all'inizio del secolo XI in stile romanico, fu poi ampliata con l'aggiunta di altre navate laterali. A metà del sec. XVIII fu trasformata e condotta all'attuale aspetto. Di essa si sono occupati i maggiori studiosi d'Arte Romanica, ponendo varie ipotesi di datazione e di lettura formale degli affreschi medievali. È considerata oggi uno dei più interessanti reperti dell'architettura religiosa romanica in Piemonte. Il percorso proposto dal Fai prevede inoltre la visita di Palazzo D'Oria e di due altri luoghi situati a una decina di minuti in automobile, la Cappella di Robaronzino alla periferia di Cirié e il Santuario di S. Vito Martire a Nole.

Castello Canalis e il Cavallo di Vittorio Alfieri

Giungendo nei pressi dello storico edificio si percepisce una chiara atmosfera sabauda. Incastonato tra le irte montagne, il castello Canalis sorge nel Borgo medievale della Costa di Cumiana. La borgata è costellata di antiche case rurali intervallate dai verdi campi racchiusi dai boschi limitrofi. Il castello in realtà è costituito da due palazzi contigui già esistenti nel 1587, quando appartenevano uno a Guglielmo Bernardino e l'altro a Guid'Alfonso Canalis. L'attuale edificio posto verso levante, fu fatto ricostruire nel XVIII secolo dal conte Ludovico Canalis sulle antiche fondamenta fondamenta. Mentre l'ala più antica e originale posta verso ponente, ai tempi di Ludovico fu di proprietà del cucino Carlo Canalis. Studi recenti hanno ipotizzato che il castello venduto dai principi di Savoia-Acaia ai conti Canalis nel 1366 non fosse quello antico, ma quello nuovo, e che in ogni caso i Canalis devono averlo abitato fin dal XIV secolo. Con la morte nel 1801 dell'ultimo discendente dei Canalis, Giovanni Maria Ludovico figlio di Giacinto e di Giulia Alfieri, il castello pervenne attraverso diversi passaggi di proprietà ai conti Provana di Collegno, che lo detennero dal 1864 fino al 1992. Nel parco del castello tutt'ora è sepolta la salma del cavallo di Vittorio Alfieri che nel 1764 appena quindicenne si recò in villeggiatura presso la dimora storica e il grande tragediografo vi soggiornò per diversi anni successivi. Durante la visita della durata di mezz'ora circa, si potranno ammirare le statue dei cavalli marini poste alle colonne della cancellata. Salendo i gradini verso la terrazza panoramica si potrà godere di una vista sorprendente sulla valle per poi visitare i sontuosi saloni arredati con mobili originali di pregio e in ultimo un'affaccio alla cappella privata in stile barocco adiacente al salone principale delle feste. Il parco è riservato solo ai tesserati Fai con visita al luogo dove fu seppellito il cavallo di Vittorio Alfieri.

Chiesa di San Sebastiano

La Chiesa di San Sebastiano sorge su un poggio all'estremità meridionale dell'abitato di Pecetto, da cui parte la strada per Revigliasco Torinese. Si trova a fianco del cimitero. Un tempo era stata la chiesa parrocchiale del luogo. Presenta un orientamento est-ovest. Di fronte alla Chiesa sorgono due cipressi che da lontano le conferiscono un inconfondibile aspetto. Durante le Giornate Fai sarà possibile accedere al bene, fruibile solo in occasioni particolari. La visita, oltre a permettere di ammirare gli interessantissimi affreschi, è finalizzata a tentare di capire la funzione storica di questa piccolo gioiello, dove i pittori hanno dato particolare rilievo sia ai Santi protettori dalle grandi calamità dell'epoca che a quelli difensori dei pellegrini e dei viandanti. L'itinerario si completa con la visita di una mostra, allestita dal Comune di Pecetto, sul sito archeologico del Bric San Vito.

Santuario Madonna della Bassa

Il Santuario Madonna della Bassa sorge a Rubiana a quota 1152 mt slm, sullo spartiacque tra la Valle di Susa e la Val Casternone. La fondazione risale al 1713 in seguito a un ex voto di un fedele che, invocando una guarigione, chiese aiuto alla Madonna. Il complesso fu di volta in volta ingrandito e ampliato. Gli edifici dadiacenti furono utilizzati durante la Resistenza dai partigiani che operavano in zona. La struttura architettonica non ha particolari caratteristiche: la forte devozione locale rese necessario negli anni l'ampliamento delle strutture. Venne aggiunto un porticato esterno e a partire dalla fine del 1700 la chiesa assunse le forme attuali. La particolarità del santuario sono gli affreschi che, a partire dal 1995, il Maestro Tabusso, realizzo all'interno affiancato da Germana Albertone. Tabusso, per realizzare l'opera, sostò e dormì svariati mesi proprio all'interno dei locali adiacenti la chiesa per poter realizzare i granci cicli che oggi ne decorano abside e pareti laterali. In occasione delle Giornate Fai di Autunno l'amministrazione comunale di Rubiana mette a disposizone un servizio navetta per raggiungere il santuario. I visitatori dovranno parcheggiare al Colle del Lys e poi attendere la navetta. In alternativa potranno raggiungere a piedi il santuario, con una camminata di 40 ora circa.

Palazzo Cacherano di Bricherasio

Il palazzo dei conti Cacherano di Bricherasio ora dei conti Calleri di Sala fu costruito alla fine del 1600 ove sorgevano le fortificazioni, distrutte nel corso dell'assedio del 1594 in cui la cittadina occupata dai francesi venne riconquistata dalle truppe dei Savoia. In seguito fu abbellito, tra il 1770 ed il 1775, nello stile dominante, che caratterizza gli esterni ed anche gli interni, il barocco piemontese. Il palazzo si sviluppa su due piani, al pianoterreno si trovano i salotti, una biblioteca ricca di volumi antichi e pregiati, una stanza da pranzo ed una piccola cappella consacrata. Al piano superiore le stanze da letto ed una particolare decorata di papier-peint con motivi orientaleggianti molto vivaci e colorati. La facciata principale è rivolta verso est ed accoglie i visitatori in uno spazioso ed armonioso portico, che nei tempi passati si affacciava su un giardino all'italiana, in fondo al quale si trova tuttora un'antica torretta che apparteneva alle mura della cittadina. In seguito fu realizzato un parco, che si aggiunse all'impianto originale, in stile inglese, per il gusto di combinare grandi macchie arboree con ampie radure a prato a cui si alternano laghetti e rigagnoli. Si possono contare una cinquantina di specie arboree diverse per un totale di circa 800 alberi.

Palazzo Ricca di Castelvecchio

Il palazzo Ricca di Castelvecchio venne edificato dopo le burrascose vicende che coinvolsero il paese di Bricherasio nel 1594 con l'assedio da parte de Savoia per riconquistare il borgo occupato dai Francesi. (In precedenza la famiglia risedeva nel Castelvecchio ed in seguito in un altro palazzo poi inglobato nelle fortificazioni francesi di François de Bonne de Lesdiguières.) Nel 700 fu ingrandita quella che all'epoca era una casa popolare, costruita sulle antiche mura del castello del‘300 già preesistente, demolito durante l'occupazione dai francesi. Il palazzo si presenta ora come un edificio a due piani fuori terra con pianta a L, copertura semplice a falde e giardino. Venne ampliato verso il centro cittadino, poi ingrandito a metà 800. Mentre la facciata sulla strada è in stile neoclassico quella verso il giardino presenta diversi stili: quello settecentesco con le tipiche logge diffuse in Piemonte, quello ottocentesco ed infine quello Liberty con motivi floreali e con gli stemmi delle famiglie Ricca di Castelvecchio e Andreis. Si nota una terrazza con portico al piano terra, un loggiato chiuso al primo piano e un sottotetto illuminato da finestrelle polilobate inserite in una cornice decorativa bicroma. L'interno interessante per i muri affrescati, i salotti riccamente arredati, la stanza da pranzo con tavola apparecchiata e lo studio al primo piano, le stanze da letto al secondo, trasmette al visitatore il calore di una abitazione vissuta con mobili antichi di pregio, oggetti, fotografie e ricordi di famiglia.

Palazzo d'Oria

L'edificazione di Palazzo d'Oria a Ciriè risale al ‘500, con i Provana di Leinì. Acquisito dai Savoia, passò ai D'Oria a seguito di permuta con il Principato di Oneglia. Fu poi trasformato in "delizia" di caccia, con un appartamento riservato al Duca Carlo Emanuele II. Interventi successivi mutarono la fisionomia del Palazzo, sul modello delle dimore sabaude. Il percorso museale di Palazzo D'Oria, sede anche di prestigiose mostre temporanee, comprende ora la Sala Consiliare (già Salone delle Cerimonie) la Quadreria dei Marchesi D'Oria, con ritratti delle famiglie D'Oria e le sale auliche adiacenti con i ritratti della famiglia Gontery, e le restaurate sale al piano superiore: la Sala dell'Affresco e il suo atrio (dove un tempo era ospitata l'anagrafe), in cui si possono ammirare affreschi di notevole pregio una ricca Biblioteca Storica con volumi pregevoli e pergamene risalenti al XIV secolo, l'appartamento di Carlo Emanuele II e inoltre possibile seguire il percorso museale multimediale ospitato nella Biblioteca Storica e nella camera di Carlo Emanuele, grazie al quale è ora possibile "sfogliare" digitalmente alcuni dei volumi più preziosi del Fondo D'Oria. I visitatori di Palazzo D'Oria potranno recarsi anche a visitare le tombe dell'omonima famiglia, nella cappella all'interno del vicino Duomo di San Giovanni (che nel 2019 ha festeggiato i suoi 700 anni). Di notevole interesse è il percorso di valorizzazione del bene. Si tratta di un Palazzo che ha avuto rilevanza storica all'interno della città. Durante il 1900, in seguito ad un susseguirsi di cambiamento di proprietà, è stato ceduto al Comune per farne sede del Municipio. Mirabili sono i restauri delle sale auliche, la curatissima Biblioteca e la pregevole Quadreria. Il percorso proposto dal Fai prevede inoltre la visita di tre Chiese del centro storico di Cirié (Duomo di S. Giovanni Battista, S. Giuseppe e S. Martino) e di due altri luoghi situati a una decina di minuti in automobile, la Cappella di Robaronzino alla periferia di Cirié e il Santuario di S. Vito Martire a Nole.

Santuario di San Vito

Il Santuario di San Vito è situato a circa due chilometri dal centro di Nole in direzione dello Stura. L'edificio fu eretto nella seconda metà del Cinquecento. Vi si conservano quadri votivi attestanti grazie, ricevute, uno splendido altare ligneo del ‘700 e pregevoli affreschi seicenteschi. L'uso e l'affluenza dei fedeli al santuario nei secoli passati, era tale da richiedere la presenza di una persona che si occupasse dell'apertura e delle pulizie. Si fecero allora costruire due stanze per ospitare un “eremita” o “romito” così detto perché viveva in questo luogo lontano dal centro abitato. La costruzione fu realizzata attorno ad un pilone votivo in seguito ad alcune prodigiose guarigioni ottenute invocando san Vito. Il santuario si può visitare in occasione delle celebrazioni, nei giorni della festa e su richiesta. Il percorso proposto dal Fai prevede inoltre la visita di Palazzo D'Oria e di tre Chiese del centro storico di Cirié (Duomo di S. Giovanni Battista, S. Giuseppe e S. Martino) e della Cappella di Robaronzino, situati a una decina di minuti in automobile.

Accademia di Agricoltura e Biblioteca Storico-Naturalistica

Il palazzo che ospita la sede dell'Accademia di Agricoltura si colloca nell'isolato di Sant'Adolfo, tra Via Andrea Doria e Via dei Mille. Antica dimora nell'Ottocento di Eleonora dei conti Massel, il palazzo è stato ceduto da Sofia di Cacherano di Bricherasio, ultima erede, all'Istituto Salesiano per le Missioni, il quale ne vendette una parte nel 1951 all'Accademia di Agricoltura. Di particolare interesse sono la Sala delle Adunanze con affreschi realizzati da Rodolfo e Luigi Morgari ed un pavimento intarsiato di Gabirele Capello. La biblioteca, ricca di 6000 volumi e delle corrispondenze fra l'Accademia ed alcuni soci come Camillo Benso conte di Cavour e Luigi Einaudi. La biblioteca conserva anche circa 500 libri antichi di cui otto cinquecentine. All'interno del palazzo sono custodite un'esposizione di frutta opera di Francesco Garnier Valletti, esemplari di microscopi bacologici dell'Ottocento utilizzati per lo studio dei bachi da seta e un'importante collezione di minerali iniziata nel 1795 da M. Lomet dell'Ecole Polytecnique di Parigi.

Campus Einaudi

Il Campus Luigi Einaudi dell'Università degli Studi di Torino è stato inaugurato nel 2012. Progettato dall'archistar britannica Norman Foster è stato inserito dalla CNN tra i 10 edifici moderni più spettacolari del mondo. Ospita i Dipartimenti di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia e Statistica dell'Università di Torino. Nel Campus è collocata la seconda biblioteca più grande del Piemonte: la biblioteca Norberto Bobbio. La biblioteca nasce dalla fusione di 4 grandi biblioteche: Ruffini, Patetta, Solari e Cognetti. A questo nucleo storico si è aggiunta nel 2016 la biblioteca europea Gianni Merlini. La biblioteca fonde antico e moderno; è collocata su 4 piani e le collezioni sono interamente a scaffale aperto, salvo i libri antichi e rari conservati in 8 stanze climatizzate; possiede più di 28.000 libri antichi e numerosi fondi di persona. Per l'ampiezza e la ricchezza delle collezioni è una delle più importanti biblioteche accademiche in Italia. Aperta a studenti universitari e non, la biblioteca accoglie ogni giorno più di 1.000 tra studenti e studiosi; organizza incontri, seminari, presentazioni e mostre bibliografiche e fotografiche.

Comando per la formazione e scuola di applicazione con la sua biblioteca storico-militare

Il Palazzo Arsenale rappresenta uno dei più imponenti edifici torinesi, unica testimonianza del complesso infrastrutturale del “Regio Arsenale” di cui costituiva il cuore e la cui erezione settecentesca, ispirata a planimetrie juvarriane, si è protratta a lungo. Una volta Regie Scuo-le Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, oggi Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito. Un luogo profondamente legato alla città di Torino, importante bene storico-artistico, patrimonio della tradizione e della storia piemontese. La Biblioteca del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito, nonché Biblioteca militare del Presidio di Torino, su determinazione dello Stato Maggiore dell'Esercito di Roma, trae le sue origini dalla Biblioteca sorta presso la Reale Accademia Militare di Torino, nata nel 1678 per volere di Madama Maria Giovanna Battista di Savoia ' Nemours, reggente il Ducato per il figlio minore Vittorio Amedeo II. Nasce, quindi, come Biblioteca ad uso interno degli Allievi della Regia Accademia Militare. Il patrimonio librario della Biblioteca comprende un Fondo Antico (1483 ' 1829) ed uno, per così dire, Moderno (1830 ' nostri giorni). La sezione Monumentale (che custodisce il Fondo Antico) fu inaugurata il 28 ottobre 1989 dall'allora Presidente della Repubblica, il Senatore Francesco Cossiga. E' presente, anche, una cospicua dotazione di materiale archivistico legato all'attività della Regia Accademia Militare, dal 1816 al 1943. Tra tale materiale, sono da annoverare alcune pagelle dell'Allievo Camillo Benso Conte di Cavour, nonché più di un centinaio di cartine topografiche del XVIII secolo, appartenute al Capitano Antonio Paravia, Ufficiale della Serenissima Repubblica di Venezia.

Curia Maxima con la sua biblioteca storico-giuridica

Fin dal 1879 il Comune di Torino, proprietario dei locali dell'intero complesso della Curia Maxima, concesse locali a titolo gratuito per la sede del Consiglio dell'Ordine Avvocati e per la costituenda biblioteca. Dai verbali del Consiglio Ordine Avvocati del 1889, ancora esistenti, apprendiamo della avvenuta costituzione di un primo piccolo nucleo derivato dall'acquisto di libri dagli eredi di colleghi deceduti e di successivi e più importanti lasciti e donazioni di Enti e Autorità tra cui il Re Umberto I, il Governo, il Municipio e l'Ordine Mauriziano. Il Consiglio ha investito nel corso di tutti questi anni impiegando preziose risorse umane dedicate, implementando le collane, le riviste giuridiche, le monografie e, recentemente, è stato realizzato in forma digitale l'indice di tutto il patrimonio bibliografico. Questo indice è stato poi condiviso, con le biblioteche civiche piemontesi e ogni cittadino, oltre agli avvocati, può cercare un volume di suo interesse anche dando solamente come chiave di ricerca il nome dell'autore o l'argomento. La biblioteca è anche luogo di svolgimento di eventi formativi del Consiglio e del Consiglio per le Pari opportunità. La Giornata Fai verrà completata dalla visita alle aule, oggi intitolate a Juvarra e Bobbio, già sedi delle Assise e che ospitarono storici processi come quello per i Martiri del Martinetto, testimoniato dalla lapide ivi apposta, e quello alle Brigate Rosse. L'incontro terminerà con la visione del documentario 'Avvocato' (curato da Melano e Bronzino) nell'aula intitolata a Fulvio Croce, contigua alla biblioteca, in ricordo del Presidente del consiglio dell'Ordine avvocato Fulvio Croce ucciso dalle Brigate Rosse. Il documentario raccoglie testimonianze del Sindaco e degli avvocati dell'epoca che eroicamente, in nome dell'adempimento dei doveri gravanti sul ruolo del difensore di ufficio, assunsero e portarono a termine il loro ingrato compito nonostante le minacce subite.

Villa Tabusso

Villa Tabusso sorge in una brogata del comune di Rubiana, in Valmessa, sulle pendici del Colle del Lys. Circondata da un bel parco è ancora oggi luogo di villeggiautra della famiglia del MAestro. La villa è il tipico esempio di Liberty alpino di inzio '900. Progettata dall'ing. Pino nel 1906 risponde perfettamente ai canoni della casa di villeggiautra della borghesia piemontese di inizio secolo. Acquistata da Alfredo Tabusso (nonno del maestro) nel 1927 è sempre stata luogo di riferimento della famiglia, che qui sfollò durante la guerra. Il maestro Francesco Tabusso trascorse qui gli anni della sua adolescenza, iniziando a dipingere nello studio dell'ultimo piano.

La villa si erge su 3 piani, al centro del parco pieno di alberi frondosi che la riparano dagli sguardi e dalle claure estive. La villa, normalmente chiusa al pubblico, verrà aperta in occasione delle Giornate Fai con un percorso che comprende gli spazi pubblici e lo studio del terzo piano nel quale il Maestro iniziò il proprio cammino artistico.

Pinacoteca comunale Francesco Tabusso

La Pinacoteca comunale sorge nel centro del comune di rubiana, nei locali di un ex convento. Allestita nel 2016 nelle sue forme attuali, la Pinacoteca ospita un importante nucelo di opere dei più significativi artisti contemporanei piemontesi. Nei locali dell'antica cappella di ciò che fu un convento di suore, oggi l'arte contemporanea fornisce una lettura unica del territorio della Valle di Susa attraverso le opere dei più importanti artisti contemporanei piemontesi.

La visita darà modo di approfondire la conoscenza dell'opera di Tabusso e leggerla in dialogo con molti altri artisti che con il Maestro hanno condiviso importanti percorsi comuni.

Biblioteca Silvio Curto del Museo Egizio

La Biblioteca occupa un locale nella cosiddetta "Manica nuova" o manica "Schiaparelli" del Museo Egizio di Torino, costruita attorno agli anni ‘70 del ‘800 per ampliare lo spazio dedicato alle antichità e successivamente rimaneggiata per ospitare i nuovi reperti provenienti proprio dagli scavi di Schiaparelli. Il primo nucleo librario da cui ebbe origine la Biblioteca risale al 1824 in concomitanza con la nascita del Museo stesso; si tratta però di poche opere anche se di gran pregio come la Description de l'Egypte della spedizione Napoleonica, I Denkmaeler di Lepsius e i Monumenti dell'Egitto e della Nubia del Rosellini. A partire dagli anni ‘50 del ‘900 grazie a importati doni da parte di studiosi ma soprattutto ad una massiccia campagna di acquisti, la Biblioteca divenne un importantissimo e imprescindibile strumento di lavoro per tutti coloro che studiavano la collezione museale, nonché una delle uniche biblioteche egittologiche in Italia. La collezione della Biblioteca è specialistica: egittologia, papirologia, museologia e negli ultimi anni anche analisi e studi più approfonditi sul patrimonio culturale in generale. Il libro più antico conservato è del 1591, un trattato di medicina scritto da Prospero Alpini, botanico e medico veneto De medicina aegyptiorum libri quatuor.[…] Tra i doni illustri : l'Histoire de l'art egyptien d'après les monuments depuis le temps les plus recules jusqu'a la domination romaine: Atlas di Achille Constant Theodore Emile Prisse d'Avennes, un volume di grande formato riccamente illustrato. Donato al Museo da Gianni Agnelli nel 1972. La visita consentirà di scoprire la Biblioteca del Museo Egizio, un fondamentale supporto all'attività di ricerca scientifica del Museo, entrando nei suoi spazi, scoprendone la storia, i doni illustri che conserva, ammirando alcuni dei suoi libri. Un'immersione nella storia che inizierà dal cortile del Museo con il racconto dei suoi spazi e delle sue architetture. I partecipanti alla visita avranno la possibilità di acquistare il biglietto di ingresso al Museo Egizio al prezzo ridotto, 12 euro anziché 15 euro, presentando in biglietteria la prenotazione delle Giornate Fai. Valido dal 17 ottobre al 31 ottobre.

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