"Così non possiamo andare più avanti e chiediamo un incontro perché il costo dell'energia ha superato il valore della commessa", spiega l'ad dell'azienda piemontese Lit
'Sciopero della biancheria' negli ospedali torinesi della Città della Salute: è quanto minaccia di fare la Lit, l'azienda piemontese di lavanderie industriali, alle prese con gli aumenti delle bollette dell'energia elettrica, passate da 20 mila a 270 mila euro al mese. "Spero che entro sabato, a fronte delle nostre richieste, ci sia un incontro con i rappresentanti della Città della Salute di Torino, altrimenti non consegneremo la biancheria bianca dei letti, ma solo il materiale di urgenza delle sale operatorie, le divise verdi o biancheria verde da letto, per non fermare operazioni e pronto soccorso e daremo il minimo indispensabile per il Sant'Anna e il Regina Margherita per non creare caos negli ospedali dei bambini", spiega l'amministratore delegato Edoardo Cornaglia.
"Costo dell'energia supera valore della commessa"
Lit conta su circa cento dipendenti e due stabilimenti e nel 2018 si è aggiudicata con Scr, la società di committenza della Regione Piemonte, due lotti di una gara divisa in quattro lotti. Nei giorni scorsi Cornaglia ha inviato una pec a Città della Salute e Src per segnalare che "a causa dell'eccezionale rincaro dei costi delle materie prime e dell'energia, il quadro economico della commessa in oggetto risulta progressivamente alterato a causa di un rialzo del gas del +658% rispetto al 2020 e del +1055% rispetto al 2019". "Forniamo in nostro servizio agli ospedali della Città Salute, come le Molinette, e dell'ex Asl To2, il San Giovanni Bosco, l'Amedeo di Savoia, il Martini e il San Luigi", spiega l'a.d. , aggiungendo che "così non possiamo andare più avanti e chiediamo un incontro perché il costo dell'energia ha superato il valore della commessa". "Mentre abbiamo avuto risposte dagli altri ospedali che sono pronti almeno a discutere con noi - afferma Cornaglia - dalla Città della Salute non abbiamo avuto seguito ai nostri gridi di allarme". "Da novembre 2021 abbiamo visto esplodere il prezzo del gas e da gennaio 2022 abbiamo cominciato a mandare comunicazioni chiedendo di poterlo rivedere - sottolinea - I contratti sono però regolamentati da gare di appalto e non si possono cambiare, si può intervenire sull'adeguamento Istat, ora al 3,8%, ma non è sufficiente ad andare a coprire gli aumenti che stiamo avendo". "So bene il rischio che c'è nell'interruzione di pubblico servizio, ma è causa di forza maggiore. Io devo tutelare anche la società che in questo momento non riesce più a far fronte a bollette di questo genere", conclude Cornaglia.