L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e per vari episodi di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. In carcere anche due agenti di polizia dell'ufficio immigrazione e un mediatore culturale
Nove persone sono state arrestate e condotte in carcere a Torino con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e per vari episodi di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Secondo l'ipotesi dell'accusa, sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine all'esistenza di un'associazione per delinquere composta da cittadini italiani e stranieri, della quale sarebbero partecipi operatori dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Torino, tra cui due appartenenti alla polizia e un mediatore culturale. Gli investigatori, coordinati dalla Procura subalpina, hanno lavorato per chiarire alcune anomalie relative alle pratiche di rilascio o di rinnovo dei permessi di soggiorno per stranieri. Le misure cautelari sono state eseguite stamattina, emesse dal gip del Tribunale di Torino, su richiesta della Procura, dopo un'indagine della Squadra mobile della polizia.
L’indagine
Per sveltire le pratiche o rilasciare i documenti anche in assenza di tutti i requisiti gli indagati richiedevano un compenso in denaro, ma un un'occasione, uno dei due agenti dell'ufficio immigrazione finiti in manette avrebbe chiesto una prestazione sessuale. Tra i nove arrestati, oltre ai due poliziotti e al mediatore culturale, afgano, ci sono sei intermediari: un pakistano, due albanesi, un cinese e due marocchini. L'indagine era nata dopo una segnalazione proveniente dagli ambienti della polizia stessa, poi dalle intercettazioni sono emersi diversi episodi in cui erano state promesse somme di denaro. Sarebbe stata accertata, in un caso, la consegna di un migliaio di euro.