Omicidio a Torino, decapitò un lavapiatti: ergastolo per cuoco 25enne

Piemonte
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L’imputato, accusato di aver strangolato e decapitato un coetaneo che lavorava in una pizzeria, è stato condannato dalla Corte d’Assise, che ha escluso le aggravanti contestate meno la premeditazione. L’avvocato difensore: “È una sentenza pesantissima che non mi aspettavo”

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È stato condannato all'ergastolo Mohamed Mostafa, il 25enne cuoco del Bangladesh processato a Torino con l'accusa di avere strangolato e decapitato il connazionale Mohamed Ibrahim, suo coetaneo, lavapiatti in una pizzeria. Il delitto è stato commesso il 9 giugno 2021 nella casa della vittima in corso Francia a Torino. I giudici della Corte d'Assise, secondo quanto si ricava da una prima lettura del dispositivo, hanno escluso le aggravanti contestate meno la premeditazione.

Legale difensore: “Sentenza pesantissima che non mi aspettavo”

"È una sentenza pesantissima che non mi aspettavo", commenta l'avvocato difensore, Nadia Di Brita, ipotizzando che Mostafa reagì dopo essere stato aggredito in una lite.

La richiesta dei pm

I pm Valentina Sellaroli e Marco Sanini avevano chiesto l’ergastolo per il 25enne. Avevano contestato la premeditazione e la crudeltà escludendo l'aggravante dei futili motivi. Il movente è probabilmente da cercare nella mancata restituzione di un debito o in quello che gli stessi pm avevano definito, basandosi sulle dichiarazioni dell'imputato, un "fidanzamento truffa". Mostafa versava denaro da destinare in Bangladesh a una giovane parente della vittima perché gli era stato fatto credere che lo avrebbe sposato; il matrimonio invece non ebbe luogo.

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