Torino, al Sant'Anna aiuto psicologico per le mamme ucraine

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L'iniziativa di sostegno psicologico, dedicata alle donne ucraine in gravidanza o puerperio, sarà gestita dal Servizio di Psicologia Clinica del nosocomio e sarà attiva dal 3 maggio. Il servizio sarà gratuito e su prenotazione

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Uno sportello psicologico in aiuto delle mamme ucraine costrette durante la gravidanza a fuggire dalla guerra, spesso sole in un paese lontano e straniero, e dei loro neonati per aiutarli a iniziare la vita con la migliore assistenza. È l'obiettivo dello sportello gratuito 'mAmA' creato dall'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino (GUERRA IN UCRAINA: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE).

Il progetto

L'iniziativa di sostegno psicologico, dedicata alle donne ucraine in gravidanza o puerperio, sarà gestita dal Servizio di Psicologia Clinica del nosocomio e sarà attiva dal 3 maggio. Gratuito e su prenotazione, sarà attivo tutti i martedì dalle 11 alle 13. L'intento è quello di fornire "un aiuto psicologico in una condizione emotiva e politica ad elevato impatto sulla salute materna e del nascituro. È doveroso, - spiega l'ospedale - in momenti di grave emergenza come quella del conflitto attuale, mettersi a disposizione e supportare le popolazioni in difficoltà attraverso iniziative concrete e facilmente accessibili, rivolte alla tutela delle categorie più fragili". Il progetto 'mAma' vuole quindi "proteggere la gravidanza, la maternità ed il puerperio, non solo nell'ottica della promozione della salute, ma anche della prevenzione del rischio di insorgenza di psicopatologia in età evolutiva".

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"Si tratta spesso di donne sole, hanno paura e timori"

Il team medico, guidato dalla dottoressa Giovanna Cacciato, sarà supportato anche da mediatrici culturali di lingua ucraina. "Da domani - spiega la referente del progetto - inizieremo a raccogliere le prenotazioni e sono sicura che ce ne saranno, perché di donne ucraine che devono partorire in queste settimane al Sant'Anna ne sono arrivate. Con lo staff dovremo far fronte a problematiche legate a situazioni particolari, infatti stiamo parlando di donne che per la maggior parte delle volte sono sole, visto che i propri compagni essendo uomini sono rimasti in Ucraina. E stanno affrontando la gravidanza con paura e timori. Sono donne che hanno affrontato il viaggio fino a qui con altri figli o con familiari che sono stati smistati in regioni diverse. E con un ulteriore ostacolo che è la lingua. Per quello - prosegue Giovanna Cacciato - diventa importante la mediazione linguistica di cui ci avvarremo all'interno del progetto. Di fronte al grande stress subito, il nostro compito sarà aiutarle in modo preventivo a protezione della salute".

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