In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Istigazione a delinquere in chat Telegram, perquisiti 17 No vax

Piemonte
©Ansa

Operazione della polizia in 16 città italiane. I provvedimenti riguardano alcuni dei più radicali affiliati al canale “Basta Dittatura”. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Torino, a cui la Polizia postale nelle prossime ore chiederà la chiusura di altre chat, dove si leggono si leggono minacce rivolti a investigatori e magistrati

Condividi:

La Polizia di Stato di Torino ha eseguito 17 decreti di perquisizioni in diverse città italiane nei confronti di persone appartenenti ai movimenti No Vax e No Green Pass. Si tratta di alcuni tra i più radicali affiliati alla chat Telegram "Basta Dittatura”, canale già oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono istigazione a delinquere e istigazione a disobbedire le leggi, contestate anche le aggravanti di terrorismo e del ricorso a strumenti telematici. (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)

Le indagini

L’operazione, che ha coinvolto le città di Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese, è stata realizzata a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione. Le complesse attività che ne sono conseguite, svolte congiuntamente dalla Polizia Postale e dalla Digos di Torino, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state condotte per diverse settimane monitorando 24 ore su 24 il canale divenuto - sottolinea una nota della Polizia - polo principale nell'organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale.

Gli indagati

A Torino gli indagati sono tre, fra cui una donna di 43 anni, parrucchiera, destinataria, insieme a un altro uomo che non è coinvolto nell'indagine, di un foglio di via. Secondo gli inquirenti i due erano quelli più "oltranzisti" anche durante le manifestazioni con l'intento di radicalizzare la protesta. Il provvedimento è stato adottato, secondo quanto si apprende, "per le condotte criminose durante le manifestazioni di piazza, con atteggiamenti oppositivi nei riguardi delle forze dell'ordine durante la gestione dei cortei non autorizzati". Tra gli altri indagati ci sono persone già note alle forze dell’ordine, alcune delle quali con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione e reati in materia di stupefacenti. Non mancano però gli incensurati, che online si sono avvicinati alle posizione No Vax. Tra gli identificati anche persone che in passato avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari e partecipato a disordini di piazza.

Sequestrati passaporto, armi e tanica di acido

Una tanica di acido è stata sequestrata nell'abitazione palermitana di un No Vax indagato. La polizia l'ha sequestrata presso la sua abitazione nel corso delle perquisizioni eseguite questa mattina in tutta Italia nell'ambito dell'operazione 'Basta dittatura', dal nome della chat di Telegram in cui gli indagati istigavano a delinquere. E proprio sulla chat il palermitano invitata a lanciare contro le forze dell'ordine bottiglie piene di acido. A Siena, invece, la polizia ha sequestrato un passaporto nazifascista dell'epoca, mentre a Brescia e Cremona sono stati rinvenuto coltelli e una balestra. 

I contenuti della chat

Gli indagati istigavano sistematicamente all'utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi. Tra gli obiettivi c’erano poi le forze dell'ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di "asservimento" e di "collaborazionismo" con la "dittatura" in atto. Frequenti erano i riferimenti espliciti a "impiccagioni", "fucilazioni", "gambizzazioni". Nei messaggi si alludeva anche a una nuova "marcia su Roma". Presa costantemente di mira con pesanti insulti, inoltre, tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi "schiava" dello Stato.

Polizia Postale chiede la chiusura di altri canali Telegram

La notizia delle perquisizioni di oggi si è diffusa anche nelle altre chat della galassia No Vax e No Green Pass. ”Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”, è uno dei commenti. E c'è anche chi propone nuove proteste: "Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone - si legge - ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell'ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie". Non mancano poi le minacce alla polizia e ai magistrati torinesi che stanno conducendo le indagini: ”Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, recita uno dei messaggi al vaglio della Digos. E proprio nelle prossime ore la polizia postale chiederà alla Procura torinese di avviare le procedure per l'oscuramento di questi nuovi canali nati su Telegram dopo la chiusura di 'Basta dittatura' - che contava 40mila utenti - tra cui 'Basta dittatura italiana' e 'Basta dittatura-proteste'.

Gabrielli: “Recuperare il senso di comunità”

"È vero che per queste cose sono previste delle sanzioni e il contrasto deve essere compito della istituzioni, in queste circostanze la magistratura e le forze di polizia, ma è anche vero che dobbiamo recuperare il senso della comunità, che in questo periodo un po' complicato si sta disperdendo”, ha dichiarato il sottosegretario Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, commentando l’operazione. "Anche questo caso - ha osservato - è la dimostrazione che lo spazio cibernetico è uno spazio di libertà e come tale, ne sono convinto, va mantenuto e salvaguardato, ma ovviamente come tutti gli spazi di libertà a volte viene usato in maniera non corretta. Bisogna, allora, avere la capacità di distinguere tutto quello che è negativo, e questo lo debbono fare primariamente le istituzioni, ma ci deve essere anche una partecipazione da parte della comunità".