Funivia Mottarone, la cabina sarà rimossa entro il 15 ottobre

Piemonte

Lo hanno stabilito periti e legali nel confronto di oggi in tribunale a Verbania. La testa fusa rimasta infilzata in un albero sarà invece rimossa dai vigili del fuoco lunedì 13 settembre

C'è una data per la rimozione della funivia precipitata sul Mottarone. La cabina n.3, sulla quale lo scorso 23 maggio sono morte 14 persone e un bambino, il piccolo Eitan, è rimasto ferito in modo grave, dovrà essere spostata dalla montagna entro metà ottobre. Già lunedì, invece, i vigili del fuoco estrarranno dall'albero in cui si è conficcata la cosiddetta testa fusa, l'aggancio tra il cavo e la funivia. E' quanto ha stabilito il collegio dei periti, nel corso di un lungo confronto all'indomani dell'azione disciplinare che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha promosso nei confronti dei giudici di Verbania che si sono occupati del caso. (L'ESAME DELLA SCATOLA NERA - AZIONE DISCIPLINARE PER I GIUDICI DI VERBANIA)

La rimozione della cabina

Nell'aula B del palazzo di giustizia della cittadina lacustre, il gip Elena Ceriolo si è confrontata a lungo con periti e consulenti di parte, tra cui quelli delle dodici persone e delle due società indagate. Omicidio colposo plurimo, lesioni colpose gravissime e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro i reati contestati, per i quali il gip ha chiesto di accertare le cause "prossime e remote" del crollo della cabina. Un ammasso di lamiere che dovrà essere rimossa prima dell'arrivo della brutta stagione, per evitare che il maltempo cancelli eventuali prove utili a stabilire cosa è accaduto la domenica della strage. Se non sembrano esserci dubbi sul fatto che, con i cosiddetti forchettoni, il caposervizio Gabriele Tadini - l'unico indagato ai domiciliari - abbiano impedito il funzionamento dei freni d'emergenza, non è ancora chiaro perché la fune si sia spezzata. Su come dovrà essere rimossa la cabina, operazione che per la sua delicatezza e pericolosità potrebbe essere affidata sempre ai vigili del fuoco, le bocche sono cucite.

L'azione disciplinare nei confronti dei giudici

A tre mesi dall'incidente, eventuali passi falsi rischierebbero di compromettere un'inchiesta che ha già sollevato non poche polemiche, come dimostra l'azione disciplinare promossa dal ministro Cartabia nei confronti del presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, e di Donatella Banci, il gip poi rimosso che nei giorni successivi alla strage sconfessò la procura liberando i primi tre indagati. Del procedimento si occupa ora la procura generale della Cassazione guidata da Giovanni Salvi. Al centro della contestazione, la violazione delle regole tabellari, le norme sull'organizzazione degli uffici giudiziari e sulla distribuzione dei fascicoli ai giudici. Violazione che è fonte di responsabilità disciplinare in quanto lesiva del principio costituzionale del giudice precostituito per legge, e che era stata riscontrata anche dal plenum del Csm. A fine luglio una delibera di Palazzo dei marescialli ha infatti bocciato sia la revoca del fascicolo a Banci disposta da Montefusco sia l'atto con cui in precedenza la magistrata si era autoassegnata anche l'incidente probatorio.

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