La 60enne è accusata dell’omicidio del marito avvenuto l’11 luglio in casa. La difesa aveva chiesto gli arresti domiciliari: “Non sussiste il pericolo di fuga”
Non è stato convalidato il fermo per la 60enne accusata dell'omicidio del marito Luciano Giacobone (64), avvenuto l'11 luglio nella loro casa di Borghetto di Borbera. La difesa, con gli avvocati Silvia Nativi e Lorenzo Repetti, aveva chiesto gli arresti domiciliari. Il gip, nell'ordinanza, ha però disposto la custodia in carcere per la Barbieri - che ora si trova al 'Lorusso e Cutugno' di Torino - per un tempo limitato, necessario per condurre le indagini.
La difesa: “Non sussiste il pericolo di fuga”
"Non sussiste il pericolo di fuga - spiega Repetti - avendo la donna stessa, quel tardo pomeriggio, telefonato ai carabinieri e atteso il loro arrivo".
“La signora è devastata”
"La signora - riferisce l'avvocato Nativi - è ovviamente devastata, ma è sicuramente positiva la riscontrata capacità dei magistrati di trattare con una donna, come lei, vittima di violenze. In struttura ha già incontrato psichiatra e psicologa, riuscendo così a rielaborare il vissuto".
La vicenda
Come riferito già nell'interrogatorio in caserma nella notte tra domenica e lunedì, si è trattato del drammatico epilogo di una lunga storia di maltrattamenti da parte del marito, che hanno coinvolto anche il figlio e la madre della donna, con un'escalation negli ultimi tre mesi. Da chiarire l'esatta di dinamica del delitto e la causa della morte: la donna avrebbe sedato il marito per "tranquillizzarlo" dopo l'ennesima lite e poi lo avrebbe strangolato con alcuni lacci da scarpe.