La donna ha confessato di aver ucciso il marito dopo averlo sedato, stanca delle continue violenze e maltrattamenti subiti per anni da lei e dal figlio, presente al momento del fatto
Un uomo di 64 anni, Luciano Giacobone, è stato ucciso a Borghetto Borbera, un piccolo paese delle valli alessandrine. Per l'omicidio è stata fermata la moglie, 60 anni. E' stata la stesa donna, confermano i carabinieri, a telefonare al 112 confessando il delitto, avvenuto nella casa dove abitava la coppia nel primo pomeriggio di ieri. I militari, intervenuti sul posto nella serata di ieri, hanno trovato il cadavere dell'uomo con segni di strangolamento.
La confessione
La donna ha confessato di aver ucciso il marito dopo averlo sedato, stanca delle continue violenze e maltrattamenti subiti per anni da lei e dal figlio, presente al momento del fatto. La donna è stata interrogata nella notte e ha ribadito la versione dei fatti, assumendosene la piena responsabilità; è stata quindi sottoposta a fermo di indiziato di delitto e condotta nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Le indagini dei militari proseguono, in attesa dell'esame autoptico.
La ricostruzione dei legali della donna
Il delitto familiare sarebbe stato preceduto da anni di maltrattamenti subiti dalla donna, dal figlio di 29 anni convivente e della suocera della vittima. È la ricostruzione degli avvocati Silvia Nativi, referente per il centro provinciale antiviolenza Me.dea, e Franco Nativi, che assistono l'omicida. La coppia di Borghetto Borbera era sposata dal 1990, la relazione durava da 45 anni, lei in pensione, lui a casa da agosto 2020, probabilmente per avere perso il lavoro. La donna avrebbe fatto bere al marito alcune gocce di un sedativo per poi stringergli il collo. "Persona a modo - rimarca Silvia Nativi - la donna è molto conosciuta, così come accade sempre nelle piccole comunità, come è Borghetto, con i suoi circa 1.200 abitanti. Incensurata, grande lavoratrice, chiederemo per lei una misura alternativa al carcere".