Faceva parte di un gruppo di migranti, una cinquantina, tra cui la madre che ora l'assiste in ospedale, dove si trova a scopo precauzionale
Una bambina afghana di 11 anni (e non 13 come detto in un primo momento) è stata ricoverata all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, in stato di choc, dopo essere stata respinta al confine del Monginevro dalla polizia francese. Faceva parte di un gruppo di migranti, una cinquantina, tra cui la madre arrivata con lei in ospedale.
Al Regina Margherita la ragazzina è stata visitata da un neuropsichiatra, che a scopo precauzionale ha deciso di trattenerla per la notte sotto osservazione. Nel primo pomeriggio è stata dimessa dato che, riferiscono fonti sanitarie, "dal punto di vista fisico clinico non è stato rilevato alcun problema". La piccola "si è tranquillizzata. Ha dormito e mangiato". Ora insieme alla madre sta tornando dal papà, al Rifugio Massi di Oulx. Quando aveva sette anni era rimasta ferita alla testa dall'esplosione di una bomba e quanto accaduto nel bosco, secondo il racconto della madre, le avrebbe fatto rivivere il trauma provocando la crisi.
La ricostruzione dei fatti
Il respingimento nei pressi di Claviere è avvenuto la sera di giovedì 25 marzo. Secondo quanto appreso, la famiglia della 11enne si sarebbe allontanata dalla struttura che la ospitava dopo lo sgombero, martedì 23 marzo, del rifugio per migranti autogestito situato nella casa cantoniera di Oulx. Dopo il respingimento al confine francese, gli operatori della Croce rossa hanno trasportato madre e figlia dal Rifugio Massi di Oulx, in alta Valle di Susa, a Torino.
Il racconto della madre
"Eravamo sul sentiero quando sono arrivati i poliziotti francesi. Ci hanno accerchiato e urlato di fermarci. E ho sentito degli spari...", ha raccontato la donna agli operatori della Croce Rossa. La polizia francese smentisce di aver sparato per fermare i migranti. Come non è confermato che la ragazzina, dopo una prima crisi, sia stata ricoverata per una notte all'ospedale di Briancon, come riferito sempre dalla donna. La Procura dei Minori di Torino sta raccogliendo informazioni sulla bambina. I magistrati stanno valutando se possano configurarsi reati e se questi siano stati commessi o meno in territorio italiano.
Ong: "Episodio grave"
"Se la notizia è vera, si tratta di un episodio gravissimo, anche se non ci stupiamo dei maltrattamenti della polizia francese. In passato, purtroppo, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da altri immigrati". Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa, la Ong impegnata ad assistere i migranti che sempre più numerosi scelgono la Val di Susa per raggiungere la Francia, commenta così il respingimento al Monginevro di un gruppo di afghani, tra cui una decina di bambini, una delle quali ricoverata sotto choc in ospedale. "Nessun essere umano dovrebbe essere sottoposto a trattamenti che danneggino la propria dignità", aggiunge Narcisi, interpellato dall'Ansa. "Sembra che la bambina fosse diretta in Germania con i genitori ma, per il rispetto della privacy della minorenne, non intendiamo aggiungere altro", si limita ad aggiungere. Poi Narcisi, che di professione fa il medico, non rilascia informazioni sul quadro clinico della bambina. "Possiamo solo affermare che, se confermato, il peggioramento dello stato clinico di una bambina malata a seguito di maltrattamenti da parte della polizia francese è un atto gravissimo - insiste - Purtroppo le segnalazioni di maltrattamenti, anche pesanti, nei confronti dei migranti da parte della polizia francese ci sono da lungo tempo".
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