La Digos e i carabinieri sono intervenuti presso la casa cantoniera alle porte di Oulx “Chez Jesoulx”, sulla statale 24. L’occupazione dell’immobile risaliva al dicembre 2018
La Digos della questura di Torino e i carabinieri sono impegnati dall'alba nello sgombero di 'Chez Jesoulx', come anarchici italiani e francesi hanno ribattezzato la casa cantoniera alle porte di Oulx, sulla statale 24 in Valle di Susa, trasformata in rifugio autogestito per assistere i migranti che, attraverso sentieri di montagna, cercano di raggiungere la Francia. Non è al momento noto quante persone siano all'interno. Intanto è stato lanciato un appello sui social per raggiungere Oulx: "La solidarietà non si sgombera, all'interno della casa ci sono persone di passaggio tra cui molte famiglie".
L’occupazione
L'occupazione risale al dicembre 2018, due mesi dopo lo sgombero del locale sotto la chiesa della parrocchia di Claviere, e si inserisce nel contesto delle proteste contro le politiche sull'immigrazione e i respingimenti delle autorità francesi. Da allora l'edificio è stato trasformato in rifugio autogestito utilizzato per iniziative di lotta e propaganda politica, nonché per fornire assistenza ai migranti irregolari che tentanto di oltrepassare il confine transalpino attraverso il valico del Monginevro.
La scorsa estate i carabinieri del Comando provinciale di Torino avevano notificato 17 fogli di via ad altrettanti attivisti, 14 italiani e 3 francesi, in parte aderenti al gruppo anarco-ambientalista 'Briser Les Frontieres'. L'indagine aveva dimostrato la loro responsabilità, a vario titolo, per i reati di invasione di edifici e violazione di domicilio in relazione all'occupazione della Casa Cantoniera Anas di Oulx. A gennaio di quest'anno un uomo era rimasto ferito a una spalla da una coltellata durante una lite tra due stranieri. Sul fatto avevano indagato i carabinieri.
"Ospitate una cinquantina di persone"
"Sappiamo che nella notte nella ex casa cantoniera sono state ospitate una cinquantina di persone, molte donne e bambini", riferisce Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa, Ong che in Val Susa offre assistenza ai migranti. "I volontari e le volontarie di tutte le associazioni di #FreedomMountain stanno intervenendo - riferisce Rainbow4Africa - con cibo, ospitalità, solidarietà verso le persone sgomberate. In questo momento per noi la priorità è la sicurezza di queste persone - aggiunge Narcisi -. Il nostro personale sanitario e i volontari stanno lavorando per ridurre al minimo i rischi, curare e proteggere soprattutto i più fragili".
"Identificati una decina di compagni"
"Per il momento sono stati identificati una decina di compagni. Le famiglie dei migranti, a quanto ci risulta, sono state sistemate in punti di accoglienza a Susa, Bardonecchia e Oulx". È quanto riferiscono dall'alta Valle di Susa fonti vicine agli occupanti. "Il problema - viene spiegato - è che quello era un posto dove ci si poteva fermare e rifocillarsi. Ora verrà a mancare un importante punto di sosta".