Salone del Libro di Torino, 17 imputati a processo e 20 capi d'accusa

Piemonte

Il dibattimento nato dall'inchiesta sulla vecchia gestione della rassegna è fissato per maggio 2021. All'ex sindaco Piero Fassino saranno contestate le presunte irregolarità nel bando per la ricerca degli sponsor

Diciassette imputati, venti capi d'accusa: dalle irregolarità commesse per ottenere una sponsorizzazione da Intesa San Paolo a quelle per permettere a un dipendente modificare gli orari di lavoro ottenendo buoni pasto per 781 euro. Così, dopo la scrematura imposta dal gup Ersilia Palmieri, si profila il processo, in programma a cominciare dal maggio del 2021, sulla vecchia gestione del Salone del Libro di Torino.

Le accuse della procura

Rispetto all'impostazione iniziale della procura ci sono state numerose dichiarazioni di proscioglimento parziale o totale per prescrizione o perché "il fatto non costituisce reato" (è il caso di una rivelazione di segreto d'ufficio contestata a Roberto Moisio, consigliere di amministrazione della Fondazione per il libro). Rolando Picchioni, storico patron della kermesse culturale, risponderà di peculato (uso improprio di fondi per 857 mila euro) e di altre vicende, dalla turbativa d'asta per la scelta dell'azienda cui affidare la stampa del programma delle edizioni fra il 2012 e il 2015 a reati di falso relativi alle dichiarazioni sullo stato di alcuni bilanci. A carico dell'ex sindaco Piero Fassino, di Picchioni, di Moisio e dell'ex assessore regionale Antonella Parigi si procederà per la predisposizione del bando di gara per l'organizzazione 2016-18. Le presunte irregolarità nel bando per la ricerca di nuovi sponsor sarà contestata a Fassino, alla presidente del Cda della Fondazione per il libro Giovanna Milella e all'avvocato Andrea Lanciani. Milella, insieme ad altre quattro persone, sarà chiamata a rispondere di un falso ideologico legato al bilancio del 2015.

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