Torino, sgombero dell’Asilo occupato: arrestato un altro anarchico

Piemonte
Immagine di archivio (ANSA)

La Digos ha fermato un 40enne ritenuto responsabile di fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo. Il provvedimento è stato emesso in seguito all’operazione ‘Scintilla’. Ricercata anche una persona su cui pende un mandato di cattura europeo

I reparti della Digos di Torino e Verona hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 40enne anarchico, ritenuto responsabile di fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo. Il provvedimento è stato emesso in seguito all’operazione ‘Scintilla’ dello scorso febbraio, durante la quale erano stati ammanettati sei individui per le proteste dovute allo sgombero del centro sociale occupato Asilo, in via Alessandria, a Torino (LE FOTO). Lo scorso 20 settembre, invece, erano state notificate altre 14 misure cautelari, tra cui due arresti. In tutto, gli indagati nell'inchiesta sono 37.

L'identikit dell'uomo

G.S., 40enne catanese e residente da vari anni in Lessinia, nel Veronese, è stato trovato dagli agenti all’interno di un casolare. In Veneto S. conviveva con una donna che a sua volta gravita, secondo gli accertamenti, nell'ambiente anarchico-insurrezionalista. L'uomo, riferiscono fonti della Digos veronese, è una persona già nota alle forze dell'ordine ed era stato sottoposto sino al dicembre scorso alla misura della sorveglianza speciale. Gli investigatori sottolineano che, a differenza di precedenti occasioni, quando stamane è stato arrestato si è dimostrato collaborativo.
Secondo quanto si ricava dall'ordinanza di custodia cautelare del gip Silvia Salvadori, S. ha avuto diversi contatti con le tre persone arrestate lo scorso maggio in un'inchiesta sull'invio di pacchi bomba a due pubblici ministeri della procura di Torino. La circostanza è emersa dall'analisi dei tabulati telefonici. I plichi erano arrivati al Palazzo di Giustizia di Torino il 7 giugno 2017 ed erano destinati ai pm Antonio Rinaudo (oggi in pensione) e Roberto Sparagna, entrambi titolari di importanti inchieste sulla galassia anarchica e antagonista.

Le accuse nei confronti dell’anarchico

Gli inquirenti lo accusano di aver fabbricato e inviato l’8 marzo del 2016 un plico esplosivo, indirizzato alla sede romana di una società fornitrice del Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio), di Torino. Le stesse caratteristiche sono state riscontrate anche in un ordigno inviato a un’azienda di Ravenna.
Gli episodi si inseriscono nella campagna anarchica ‘I cieli bruciano’, annunciata alla fine del 2016. G.S. è stato rintracciato grazie alle tracce di Dna ritrovate sulla busta spedita a Roma e costituita da un sistema di attivazione con batteria 9 volt e innesco con lampadina alogena, oltre che filamenti a contatto con 22 grammi di polvere pirotecnica.

Le analogie con il pacco bomba spedito al sindaco Appendino

Ci sono delle analogie tra alcuni dei plichi esplosivi diffusi nel 2016 dagli anarco-insurrezionalisti e quello recapitato lo scorso primo aprile alla sindaca di Torino, Chiara Appendino. Il gesto, però, non è attribuito all'arrestato: gli investigatori hanno infatti rilevato la presenza di G.S. a Torino intorno al 30 marzo, ossia due giorni prima dell’intimidazione al primo cittadino durante la manifestazione contro lo sgombero del centro sociale Asilo. L’uomo era tra i black bloc, fermati in via Aosta e in possesso di “un vero e proprio arsenale” da utilizzare negli scontri in piazza. Era stato denunciato insieme ad altri 120 compagni.

La ricostruzione della vicenda

Lo scorso sabato 9 febbraio circa mille manifestanti si erano ritrovati a Torino, in piazza Castello, per il corteo di solidarietà contro lo sgombero del centro sociale Asilo di via Alessandria, avvenuto giovedì 7 febbraio, dopo 24 anni di occupazione. A sfilare per le vie cittadine c'erano anche circa 500 rappresentanti dei gruppi anarchici di Ivrea, Pinerolo (entrambi nel Torinese), Trento, Rovereto (in provincia di Trento), Milano e una trentina di esponenti del centro sociale Askatasuna. Il corteo aveva raggiunto piazza Vittorio e si era diretto verso la sede dell'Asilo, dove erano scoppiati i disordini. Durante la manifestazione, un gruppo di black bloc aveva assaltato un pullman di linea. Gli scontri erano proseguiti in corso Regina Margherita, all'altezza di via Rossini. Poco lontano era avvenuto un fitto lancio di grosse pietre, tegole, bottiglie di vetro e petardi, ai quali le forze dell'ordine avevano risposto con i lacrimogeni. Nel corso dell’evento erano stati divelti cartelli e barriere stradali e rovesciati in mezzo alla strada numerosi cassonetti dei rifiuti incendiati. Alla fine della protesta, il calcolo dei danni aveva superato i 100mila euro, mentre 17 agenti erano stati feriti.

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