Torino, scontri per lo sgombero dell'Asilo: 6 arresti
PiemonteLe accuse sono di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi
La Digos ha notificato a sei antagonisti altrettante misure di custodia cautelare in carcere. Le accuse, mosse a vario titolo nei confronti degli indagati, sono di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi. Circa 80 protezioni e 27 caschi neri sono stati sequestrati dalla polizia nel corso dello sgombero, avvenuto lo scorso 7 febbraio, dell'Asilo occupato di via Alessandria a Torino. Il materiale era nascosto in alcuni sacchi in un sottotetto dell'area cucina, a cui si può accedere attraverso una botola. "Ribadisco che l'Asilo era un luogo dove non si pensava solo a realizzare proteste sociali, ma dove la protesta veniva vissuta come punto di partenza per altri obiettivi", spiega il Questore di Torino, Francesco Messina, illustrando l'ultimo risvolto delle indagini sull'Asilo, il cui sgombero ha causato violente proteste nei giorni scorsi. "Si tratta di materiale necessario a proteggersi in situazioni che prevedono travisamento e ricorso alla violenza - continua Messina - Credo sia importante che si sappia cosa veniva custodito lì dentro".
Gli scontri
Dopo lo sgombero gli antagonisti si sono ritrovati in piazza per protestare contro la decisione di liberare il centro sociale. Durante il corteo sono nati duri scontri con le forze dell'ordine, i manifestanti hanno assaltato un pullman di linea, scagliato pietre e petardi contro la polizia e paralizzato un pezzo di città. Alle proteste gli agenti hanno risposto con il getto degli idranti e fumogeni. (LE FOTO DEGLI SCONTRI)
Il Questore: “Irraggiungibile rioccupazione”
"L'attività di messa in sicurezza dell'Asilo continua ed è per questo che è ancora necessario presidiare alcuni luoghi con una una forza adeguata alla minaccia di tentativi di rioccupare l'edificio". Prosegue il Questore che si scusa con i cittadini del quartiere Aurora "se questo ha creato qualche disagio. Dobbiamo valutare la nostra presenza, tenendo in considerazione le condizioni dei presidi di protesta. Credo che questa mobilitazione sarà ancora da gestire per un tempo ragionevole: una mobilitazione, per ottenere un'irraggiungibile rioccupazione dello stabile, che non comprendo dal punto di vista della violenza. Dopo 24 anni di occupazione e la convinzione di poterci rimanere, ci aspettavamo comunque una reazione. Garantiremo l'ordine pubblico, la sicurezza delle persone, degli stessi manifestanti e dei nostri uomini, sino a che la situazione non si sarà tranquillizzata".