Cisco lancia un progetto pilota nell’ambito di Veniwhere, iniziativa volta a sviluppare e consolidare un modello lavorativo inclusivo e moderno
L’uso massiccio delle tecnologie nella vita quotidiana e nel mondo nel lavoro ci portano a pensare a un futuro che sarà sempre più smaterializzato, virtuale, insomma distante dalla realtà concreta delle cose. La pandemia ha accelerato il processo di evoluzione dello smart working, ma tale processo in molti casi ha significato un isolamento straniante all’interno della propria abitazione, dove la perdita delle connessioni umane e del contatto con i colleghi non è compensata da una maggiore libertà sul piano individuale.
Lavorare da remoto per godersi la realtà locale
Ma non deve essere per forza così, anzi: ecco il progetto volto a dimostrare che la tecnologia applicata al lavoro può aiutarci a vivere la realtà ancora più a fondo. È in quest’ottica che la multinazionale Cisco, leader nel settore della fornitura di apparati di networking, ha scelto di aderire al progetto Veniwhere. Promosso dalla Fondazione di Venezia in collaborazione con l’Università Ca’Foscari, Venywhere si è misurato grazie a un primo test pilota organizzato con Cisco: l’azienda ha inviato a Venezia una squadra di 16 dipendenti provenienti da Italia, Spagna, Francia e Grecia: obiettivo, studiare e mettere alla prova un modello di lavoro moderno e inclusivo, in cui il dipendente possa lavorare da remoto, in connessione con qualsiasi parte del mondo – attraverso il supporto di tecnologie Cisco, quali Webex – ma allo stesso tempo sia in grado di vivere appieno la realtà della comunità locale nella quale è inserito.
Quale futuro per un mondo del lavoro che cambia?
“Il modo in cui pensiamo al lavoro è profondamente cambiato”, spiega Chuck Robbins, Chair e CEO di Cisco. “Le persone esprimono molto più chiaramente il loro desiderio di flessibilità e le aziende devono prendere coscienza del fatto che, se vogliono attrarre talenti e trattenere i migliori professionisti, devono offrire modalità di lavoro ibride”. Il futuro delle aziende, insomma, non può prescindere dalla possibilità di permettere al lavoratore di lavorare ovunque: solo così infatti si può pensare di attrarre i migliori talenti da tutto il mondo, senza porli di fronte a una scelta di vita come quella di un trasferimento in un altro Paese o addirittura in un altro continente. Una soluzione win-win in cui a guadagnarci sono entrambe le parti: datore di lavoro e dipendente. “La collaborazione che abbiamo attivato con Venywhere – continua Robbins – ci permette di raccogliere sul campo indicazioni concrete su ciò che si potrebbe realizzare, grazie all’esperienza maturata in una città storica che sta ridefinendo il proprio futuro”. Del resto, chi non vorrebbe vivere a Venezia, almeno per un breve periodo? Progetti come Veniwhere dimostrano che un nuovo futuro è possibile: quello in cui non si è costretti a scegliere tra il lavoro dei sogni e il posto dei sogni in cui godersi la propria vita.