Dodici tracciati, auto simili dal punto di vista meccanico ma profondamente diverse da quello del software. Abbiamo intervistato il team principal di Acronis SIT Autonomous, una delle squadre protagoniste della competizione di quest’anno. “La nostra sfida? Quella di competere contro auto vere"
Non tutti sanno che oltre alle corse di Formula Uno e Formula E c’è un’altra gara di corsa molto appassionante: si tratta di Roborace, il primo campionato mondiale per vetture con sistemi di guida autonoma. Una campionato concepito con le finalità di accelerare lo sviluppo dei software per la guida senza pilota, promuovere il superamento dei limiti della tecnologia in ambienti di gara controllati, diffondere nel mondo la cultura della guida autonoma. Per capire che cos’è Roborace e qual è il contributo che può dare alla scienza, alla ricerca e ai settori della guida autonoma, dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico abbiamo avuto la possibilità di intervistare Ilya Shimchik, team principal di Acronis SIT Autonomous, una delle squadre protagoniste della gara di quest’anno.
Che cos’è Roborace
Roborace è un campionato per vetture elettriche e senza pilota in cui i team devono mettere a punto il software di guida autonoma con l’obiettivo di far superare all’auto test di velocità e di evitamento di ostacoli. Mentre potenza, meccanica, aerodinamica e sensori sono uguali per tutti, quello che devono fare le squadre è mettere a punto il software migliore possibile, che renda la propria auto più competitiva rispetto alle altre. Il campionato si svolge su dodici tracciati. “Oggi Roborace - ci spiega Shimchik - domina le tecnologie di guida autonoma fungendo da facilitatore per la ricerca e lo sviluppo, e nei prossimi decenni potrebbe anche diventare la principale fonte di innovazione del settore. A ogni gara, infatti, spingiamo un po’ più in là i limiti dell’intelligenza artificiale e impariamo sempre meglio a controllare l’auto”.
La squadra di Shimchik
Il team di Ilya Shimchik nasce in Svizzera, allo Schaffhausen Institute of Technology. Così come svizzera è la società di cybersecurity Acronis (ne abbiamo parlato in occasione delle nostre recensioni del loro prodotto di punta, Acronis True Image) che fornisce soluzioni di cyberprotection - ci spiegano - “semplici, sicure, efficienti, basate sull’intelligenza artificiale”. Il compito di Acronis, ci spiegano, è proprio quello di proteggere i dati e ottimizzarne il flusso in un campionato ad alta velocità basato proprio sui dati e sulle tecnologie avanzate, e in cui proprio i dati sono strategici. “Quello che abbiamo visto in Roborace - racconta a Sky TG24 Shimchik - è stata la nostra stessa visione e anche l’opportunità pratica di rafforzare la nostra ricerca nel machine learning e nella robotica, e quindi di conseguenza trasformare l'industria automobilistica. Naturalmente, siamo anche molto orgogliosi di competere - aggiunge - con le migliori università scientifiche e tecnologiche del mondo come il Massachusetts Institute of Technology o la Carnegie-Mellon”.
Il ruolo degli ingegneri in Roborace
“Qualsiasi auto a guida autonoma - ci racconta Shimchik - è in realtà un robot che necessita di tre componenti principali: percezione, processi decisionali e controllo. Insieme, formano quello che è noto come il 'Ciclo Sense-Think-Act'. Roborace copre l'intero ciclo, coinvolgendo l'intera gamma di tecnologie di guida autonoma”. Qual è il contributo del vostro centro di ricerca al SIT, gli chiediamo? “Ci occupiamo della pianificazione e del monitoraggio del percorso, delle funzionalità di evitare gli ostacoli, della mappatura e della localizzazione, della lettura dei dati che arrivano dai sensori, della modellazione della dinamica dell'auto e dell'identificazione del sistema e la percezione di altri oggetti. Il nostro obiettivo finale è controllare la macchina meglio del pilota professionista”.
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Una gara che fa da apripista alla guida del futuro
Tutto ciò che viene studiato in Roborace contribuirà alla sicurezza stradale del futuro. Questo perché gli ingegneri potranno trasferire le loro tecnologie messe a punto per le corse ai sistemi di sicurezza basati sull’intelligenza artificiale, che sono poi alla base della mobilità autonoma del futuro. “Il nostro compito - ci spiega ancora Ilya Shimchik - è quello di sviluppare una tecnologia in grado di programmare l’intelligenza artificiale ad agire come agirebbe un pilota professionista altamente qualificato, in grado di evitare incidenti in situazioni critiche in cui il guidatore medio fallirebbe. La nostra sfida finale - conclude il team principal di Acronis SIT Autonomous - sarebbe quella di correre al fianco di auto vere”. Chissà, aggiungiamo noi, chi vincerebbe.