In un’epoca sempre più orientata allo sviluppo tecnologico ci deve essere spazio per migliorare la vita di chi è meno fortunato. A Mountain View si studiano programmi sempre più inclusivi
Il mondo della disabilità rappresenta il 15% della popolazione globale, secondo una stima dell’Oms. Parliamo di disabilità cognitive, della vista, dell’udito, del movimento o di altre forme ed è quindi fondamentale progettare strumenti che siano il più possibile inclusivi e alla portata di tutti, con l’obiettivo di creare una società più equa. Il lavoro del team di Google Accessibility parte da questo assunto elementare: rendere accessibili e fruibili i propri prodotti alle persone con disabilità per migliorare la loro vita e l’inclusione in un mondo pieno di stimoli. Una necessità diventata ancora più forte con la pandemia globale, durante la quale ognuno di noi ha vissuto in prima persona situazioni di difficile accessibilità: le sfide quotidiane aumentano, il distanziamento sociale rischia di portare a un maggiore isolamento, e molte attività si sono spostate rapidamente online. In quest’ottica la tecnologia può diventare un importante abilitatore, capace di avvicinare le persone e permettere loro di lavorare e spostarsi con maggiore facilità.
I prodotti Google Accessibility
Da quando le mascherine sono diventate di uso comune, per le persone con disabilità dell’udito che si affidano alla lettura labiale è diventato più difficile interagire. Gli ingegneri di Google hanno realizzato, per restituire autonomia di comunicazione a queste persone, due app: live transcribe - trascrizione istantanea e Amplificatore. La prima mostra in tempo reale sullo schermo dello smartphone quello che viene detto, mentre la seconda amplifica e adatta i suoni e le voci intorno.
Google costruisce strumenti dedicati al mondo delle disabilità da oltre dieci anni e l’accessibilità è un elemento chiave nell’ideazione e nello sviluppo dei suoi prodotti. Al centro di questo processo ci sono le persone e i loro bisogni specifici e il confronto tra le persone che aiuta a ideare nuove soluzioni e migliorare quelle già esistenti.
Proprio dal confronto è nata Lookout, applicazione che aiuta le persone con disabilità visive ad avere una maggiore autonomia nel quotidiano. Puntando lo smartphone in una qualsiasi direzione, Lookout offre una descrizione vocale dell’ambiente e degli oggetti visualizzati grazie a modelli di intelligenza artificiale. Per esempio, l’app permette di distinguere gli ingredienti per una ricetta in cucina, i diversi prodotti in un supermercato, le banconote per fare un pagamento e ricevere il resto, gli strumenti di lavoro e il contenuto di un testo scritto. Lookout è disponibile anche in italiano.
Ancora per venire in aiuto a chi soffre di una disabilità visiva, in Google hanno ideato, disponibile anche per il mercato italiano, descrizione immagini su Chrome, che aiuta chi utilizza uno screen reader a riconoscere le immagini online che sono prive di etichette descrittive o di un testo alternativo. Questa opzione si basa a sua volta sull’intelligenza artificiale e si può attivare dalla sezione Accessibilità delle impostazioni di Chrome.
Inclusione e innovazione targata Italia
Nasce invece dall’idea di un Googler italiano, Lorenzo Caggioni, il dispositivo DIVA, un bottone intelligente che permette di interagire con l’Assistente Google senza dover usare la voce. DIVA permette a chi è affetto da una forma di disabilità cognitiva o motoria di svolgere attività quotidiane come per esempio ascoltare musica o guardare un film, con maggiore autonomia. Presentato per la prima volta nel 2019, il progetto di Caggioni ha dato il via a nuove sperimentazioni in Google su come rendere più accessibile la tecnologia a chi soffre di questo tipo di disabilità. Il risultato di questa ricerca è Action Blocks, disponibile in italiano sui telefoni Android. Per persone con una disabilità cognitiva, così come per chi affronta analoghe problematiche legate all’invecchiamento, può essere difficile ricordare ed eseguire la serie di passaggi necessari per completare un’attività sullo smartphone: Action Blocks semplifica il procedimento trasformando quei passaggi – attraverso l’Assistente Google – in un unico pulsante digitale attivabile con un semplice tocco.
Google accessibility ha, inoltre, presentato due integrazioni per la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) con Tobii Dynavox, una delle realtà più importanti nel settore. Attraverso Snap Core First di Tobii Dynavox, pensato per le disabilità del linguaggio, sarà possibile utilizzare l'Assistente Google per svolgere attività domestiche, come per esempio accendere l'illuminazione smart e attivare un dispositivo connesso. Inoltre, un'integrazione con Action Blocks permette di utilizzare gli oltre 40.000 simboli per la comunicazione aumentativa di Tobii Dynavox sui propri schermi Android, per rendere Action Blocks più familiare e utile.