IL LIBRO DELLA SETTIMANA Ormai da anni è entrata in modo decisivo nella nostra vita quotidiana, ma appare come una nebulosa indistinta e un po' inquietante. Ora sei esperti provano a tirare le fila raccontandone le prospettive, le potenzialità e anche i dilemmi
Partiamo da un'evidenza: "Tutti siamo capaci di riconoscere la stupidità. Quando parliamo di intelligenza invece ciascuno di noi ha una propria idea e dire con certezza cosa sia è cosa assai ardua, tanto che gli studiosi se ne occupano da secoli".
Ecco, se la premessa è questa - e se questa premessa riguarda l'intelligenza - figuriamoci cosa accadrebbe se chiedessimo a cento informatici di dare una definizione di intelligenza artificiale. Probabilmente, "otterremmo almeno 101 risposte per via degli errori di arrotondamento".
E' da questa premessa che muove un breve e denso libro intitolato semplicemente "Intelligenza Artificiale" e pubblicato nella collana dei saggi di Bollati Boringhieri (pp. 138, euro 16). Raccoglie gli interventi di una mezza dozzina tra ricercatori, scienziati e giornalisti di settore, è curato da Stefano Quintarelli e ha una grande qualità: è un'opera unitaria, che sfugge alla raccolta frammentaria e improvvisata delle antologie.
Dagli esordi al futuro (ancora incerto)
Ora, definire in modo esaustivo l'intelligenza artificiale non è semplice, è vero. Secondo il gruppo di esperti indipendenti nominato dalla Commissione europea, "ricadono nell'ambito dell'Intelligenza Artificiale quei sistemi progettati dall'uomo in forma di software (ed eventualmente hardware) che agiscono nella dimensione fisica o digitale e che, dato un obiettivo complesso, percepiscono il proprio ambiente attraverso l'acquisizione di dati, interpretandoli e ragionando sulla conoscenza o elaborando le informazioni derivate da questi".
Tutto chiaro? Forse no. Meglio quindi provare a raccontarne la miriade di applicazioni nella vita quotidiana. Ed è quello che fanno in parte anche Quintarelli e soci, partendo però dall'inizio di questa storia (nell'Ottocento), soffermandosi sulla data di esordio ufficiale (1955) e proseguendo fino ai giorni nostri, senza mai disdegnare l'aneddoto e l'esempio.
Una strada molto frastagliata
I sei interventi non raccontano solo l'evoluzione dell'intelligenza artificiale. Si soffermano anche su alcune applicazioni per spiegare le basi tecniche del funzionamento; e, soprattutto, affrontano i grandi temi che portano con sé, in primis quelli etici e quelli legati all'occupazione.
L'intelligenza artificiale sguscia così via dal cono d'ombra esoterico in cui l'opinione pubblica l'ha relegata e viene trattata con spirito empirico per quello che è: "Uno strumento che, per ogni settore, dovrebbe essere valutato serenamente, considerando quanto migliora il nostro modo di operare rispetto ai metodi tradizionali".
E quindi: "Salva più vite? Migliora l'ambiente? Ci conquista tempo libero? Crea occupazione? Ci rende socialmente più responsabili? Raggiunge questi obiettivi rispettando valori fondamentali?". Domande dense, e in parte inevitabilmente inevase, che però tracciano un sentiero per orientarsi lungo una rotta frastagliata e ancora oggi ricchissima di incognite.