Dopo Facebook e Twitter, secondo il Wall Street Journal anche Mountain View annuncerà regole ad hoc per le inserzioni politiche in vista delle elezioni presidenziali statunitensi: riguarderanno sia il motore di ricerca che YouTube
A circa un anno dalle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, il tema è già all’ordine del giorno per i colossi del settore tech. A questo riguardo, il Wall Street Journal riporta che Google dovrebbe comunicare a breve delle modifiche alla propria policy relativa agli annunci pubblicitari politici sulle proprie piattaforme, inclusa quindi anche YouTube. Mountain View sarebbe quindi pronto a rompere il silenzio su un argomento sul quale si sono invece già espressi sia Facebook che Twitter, che hanno optato però per scelte diametralmente opposte.
Google, le possibile modifiche per gli annunci politici
Le elezioni politiche sono un momento delicato per le piattaforme web, che possono diventare luoghi ideali per la proliferazione di disinformazione come accaduto nello scandalo Russiagate. Ecco perché le maggiori aziende del settore si stanno preparando alla campagna elettorale di Usa 2020 definendo con precisione le regole relative alla pubblicazione di annunci politici online. Secondo il Wall Street Journal Google sarà la prossima a esprimersi sul tema, annunciando modifiche alla propria policy che la compagnia avrebbe già discusso in alcune riunioni interne. Tuttavia, non è al momento noto quali siano nello specifico i cambiamenti che Mountain View avrebbe deciso di apportare: le due decisioni più probabili, stando a quando scrive il Wsj, sarebbero il divieto totale di inserzioni pubblicitarie politiche oppure alcune limitazioni per gli inserzionisti, come ad esempio l’impossibilità di scegliere un pubblico specifico a cui destinare l’annuncio. Qualsiasi sia l’opzione scelta da Google, tali modifiche dovrebbero riguardare sia il motore di ricerca che YouTube.
Facebook e Twitter agli opposti
Facebook e Twitter si sono già espresse relativamente alle regole per gli annunci politici che saranno in vigore in occasione delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ma anche prima e dopo. Il social di Mark Zuckerberg ha dichiarato apertamente che tutto ciò che verrà pubblicato da profili politici sarà permesso e non sarà sottoposto a fact-checking, ad eccezione di contenuti che incitano alla violenza o rappresentano un rischio per la sicurezza. Facebook ha scelto questa linea poiché, secondo l’azienda, tutto ciò che viene pubblicato da un politico va ritenuto di pubblico interesse e perché “non crediamo sia appropriato per noi fare da arbitri dei dibattiti politici e impedire al discorso di qualcuno di raggiungere la propria audience e essere sottoposto allo scrutinio del pubblico”. Totalmente opposta la decisione di Twitter, che ha annunciato recentemente che tutti gli annunci politici saranno bloccati dalla piattaforma, in quanto “la portata di un messaggio politico deve essere conquistata, non comprata”, come affermato da Jack Dorsey.