Facebook, possibile accordo con Ftc per comitato supervisione privacy

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

Secondo indiscrezioni, alla guida del nuovo organismo ci sarà un manager scelto e approvato dall'agenzia governativa statunitense. Zuckerberg indicato come responsabile per la conformità  

Facebook adotterà nuove misure focalizzate sulla salvaguardia dei dati sensibili dei suoi utenti. Secondo alcune indiscrezioni riportate dal quotidiano americano Politico e riprese da diversi siti specializzati, il social network di Mark Zuckerberg starebbe negoziando con la Federal Trade Commission (Ftc) statunitense un accordo che porterebbe alla creazione da parte di Menlo Park di un comitato indipendente per la supervisione della privacy degli iscritti, alla cui guida sarà nominato un responsabile approvato dalla stessa agenzia Usa.

Rapporti periodici sulla privacy

Stando a quanto riferito dalla fonte, il comitato potrebbe riunirsi ogni tre mesi e produrrebbe periodicamente dei rapporti sul tema della privacy. In attesa di informazioni certe, potrebbero fare parte del nuovo organismo anche alcuni membri del Consiglio d’Amministrazione di Facebook, mentre Mark Zuckerberg, Ceo e co-fondatore della piattaforma, sarebbe stato scelto come responsabile per la conformità e dovrebbe garantire l’attuazione delle politiche sulla riservatezza. La Ftc, invece, avrebbe essenzialmente solo il potere di veto sulla scelta della figura a capo del comitato.
Se l’accordo verrà stretto, la nuova misura andrà ad aggiungersi alla multa da 3-5 miliardi che pende sulla società per lo scandalo Cambridge Analytica, per la quale il gruppo ha già fatto un accantonamento.

Ricercatori studiano l’impatto di Facebook sulle elezioni

Facebook aprirà le sue banche dati a più di 60 ricercatori di tutto il mondo, che potranno così studiare l’impatto e l’influenza del social su eventi quali le elezioni. Lo ha annunciato la società stessa, sottolineando che questa iniziativa porterà “Facebook e altre aziende a migliorare prodotti e pratiche”, oltre a rivelare al pubblico questi meccanismi. Tramite il lavoro degli accademici, Menlo Park spera di migliorare il modo in cui controlla e punisce gli abusi che avvengono sulla piattaforma e minacciano la democrazia. Tra gli studiosi che prenderanno parte al progetto, ci sono anche i ricercatori dell’Università ‘Carlo Bo’ di Urbino.

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