Google, il doodle di oggi celebra Johann Sebastian Bach
TecnologiaÈ basato sull’Intelligenza Artificiale e consente agli utenti di creare la propria melodia e di ascoltarne una versione suonata seguendo lo stile del compositore tedesco
Per celebrare il giorno in cui nacque il famoso musicista tedesco del XVIII secolo Johann Sebastian Bach, Google ha realizzato, in collaborazione con Magenta e PAIR, un doodle speciale e diverso dal solito, basato sull’Intelligenza artificiale. Basta un semplice click sul logo del motore di ricerca per avviare un’esperienza interattiva incentrata sulla musica, durante la quale all’utente viene chiesto di improvvisarsi compositore e creare una semplice melodia. Una volta inserite le note nel pentagramma, è sufficiente premere il tasto ‘armonizza’ per ascoltare un’armonia musicale suonata seguendo lo stile barocco di Bach (o riproposta in una versione in stile ‘rock anni ‘80’, se si riesce a trovare un simpatico easter egg), la quale può essere condivisa sui social media o scaricata in formato MIDI.
L’Intelligenza Artificiale alla base del doodle
Per imparare a riprodurre lo stile del musicista, il sistema di Intelligenza artificiale Coconet, sviluppato dal team di Google Magenta, è stato ‘addestrato’ basandosi su 306 corali composti dal genio tedesco. Il tutto è incentrato sull’apprendimento automatico (noto anche come machine learning): fornendo agli algoritmi un gran numero di esempi diversi, gli sviluppatori insegnano loro a riconoscere determinati pattern e a rispondere in modi sempre diversi a una certa tipologia di ordini. In particolare, Coconet è stato preparato per soddisfare vari compiti associati alla musica, come comporre un brano da zero o armonizzare una melodia. I corali di Bach si sono rivelati perfetti per addestrare l’algoritmo di Intelligenza artificiale, in quanto sono caratterizzati da una struttura concisa.
Il ruolo di Google PAIR
Grazie agli sforzi di Google PAIR, l’intero processo di apprendimento automatico di Coconet avviene direttamente nei web browser, tramite la libreria open source TensorFlow. Per venire incontro alle esigenze in possesso di dispositivi poco performanti, il team ha anche pensato a una soluzione alternativa basata sull’utilizzo delle nuove Tensor Processing Units (TPUs) di Google.