Ecco Vibes, il social media della "sbobba" artificiale

Puoi animare una foto e trasformarla in una breve clip in cui il soggetto fa tutto quello che chiedi in una riga di testo o poco più. Puoi partire da zero, inventando di sana pianta praticamente qualsiasi scena ti venga in mente. Puoi trasformare un’immagine in 3D. Scorrendo il feed di Vibes, la nuova sezione dell’applicazione Meta AI finalmente disponibile anche nei mercati europei, esce fuori di tutto. C’è chi sta già sviluppando delle serie in animazione AI, spuntano poi i soliti scenari apocalittici di un futuro distopico, gattini che corrono in moto, cani che declamano massime di vita, situazioni surreali e completamente nonsense, simulazioni di contesati verosimili ma incredibilmente da sogno come lussuose dimore inesistenti, scimmie che ascoltano la musica, sfilate mai avvenute, vip statunitensi alle prese con piattoni di amatriciana tipo Alberto Sordi in Un americano a Roma, cartoon di ogni genere e contenuto. E ancora puri cortocircuiti estetico-semantici creati col solo scopo di strappare una risata, tipici della creatività AI, fake-doc su fatti storici realmente accaduti e molto, molto altro. "Marciume cerebrale" Quindi che cos’è Vibes? Pensatelo come l’Instagram dell’AI slop, la sbobba artificiale come viene chiamata, cioè di quei contenuti senza alcun senso né utilità, creati solo per diletto , che ci sottraggono ancora più attenzione di quanta ce ne abbiano mai sottratta le bacheche dei social e alimentando senza sosta quella “marciume cerebrale” frutto di consumi tanto scemi per quanto spesso divertenti. Come funziona Vibes è di fatto un social media che ricorda molto, come detto, il feed di Instagram così come TikTok dove i contenuti pubblicati – tutti brevi video - sono totalmente realizzati con l’intelligenza artificiale dentro l’app, a partire da un semplice prompt testuale. Chi scorre può naturalmente mettere un cuoricino, remixarli cambiando stile, immagine di partenza o musica, commentare o condividerli con altri. I contenuti rimangono dentro Vibes ma se l’utente lo desidera - e c’è da immaginare che da questo nuovo fronte verranno rapidamente infettati più di quanto non lo siano già da tempo anche Instagram e Facebook - pubblicarlo come reel sulle altre piattaforme del colosso di Menlo Park. Fra l’altro, si è pronti a pubblicare veramente nel giro di pochi tocchi dell’app . Vibes meriterebbe in effetti di essere un’app cosiddetta stand alone ma da Meta, per ora, preferiscono tenerla come sezione separata dell’applicazione Meta AI, quella utilizzata da chi possiede un paio di Ray-Ban Meta o Oakley Meta per gestire i propri occhiali a realtà aumentata. Intelligenza artificiale o "sbobba" artificiale? Con l’app Meta AI stiamo introducendo nell’Unione Europea un’esperienza completamente nuova - ha dichiarato il gruppo di Mark Zuckerberg - che si tratti di sperimentare con l’intelligenza artificiale o di trovare nuovi modi per connettersi e divertirsi, l’app invita gli utenti a realizzare qualcosa di unico”. Solite belle parole del marketing ma nella sostanza Vibes è la quint’essenza della perdita di tempo assoluta, definitiva, svuota-cervello. Il più massimo dell’impiego inutile dell’intelligenza artificiale. E quindi per questo senz’altro divertente e anche foriera di una certa dipendenza, almeno finché il cervello regga questo bombardamento di surrealismo a colpi di idiozie: ogni video mostra il prompt che l’ha generato e naturalmente la semplicità abbacinante con cui si possono realizzare clip e buttarle nella mischia, sperando di farsi un nome come nuovi influencer dell’AI fa il resto.

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Ecco Vibes, il social media della "sbobba" artificiale

Simone Cosimi