Strumenti, uffici e IA: così sarà il futuro del lavoro

Il lavoro - ormai lo sappiamo - non è più legato a una scrivania. Oltre il 70% dei professionisti opera da luoghi diversi, e in questo scenario le tecnologie collaborative non sono semplici strumenti ma leve strategiche per la produttività e la competitività. Matteo Anversa, CFO di Logitech, italiano di origine ma da tanti anni negli Stati Uniti, racconta a Sky TG24 come l’azienda stia guidando questa trasformazione: dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nei dispositivi quotidiani alla creazione di ecosistemi collaborativi che cambiano il modo di lavorare, attrarre talenti e innovare. In che modo le tecnologie collaborative stanno trasformando il concetto di vantaggio competitivo per le aziende a livello globale? Vorrei partire dicendo alcune cose su Logitech. Quello che facciamo gira tutto attorno alla nostra missione, che è quella di estendere il potenziale umano nel lavoro e nel gioco. E l’obiettivo di tutto quello che facciamo è rendere le persone un po’ migliori ogni giorno, e quindi più produttive, aiutarle a collaborare in modo più efficiente, diventare più creativi. Nel mondo del lavoro stanno succedendo alcune cose: le persone, innanzitutto, lavorano un po’ dappertutto, e quindi oggi più del 70 per cento dei lavoratori lavora da due o più luoghi differenti, come l’ufficio, la casa, il treno, l’aereo. Per cui è importante per le aziende dare strumenti per essere efficienti, indipendentemente dal posto in cui si lavora. Il secondo aspetto è il boom dell’intelligenza artificiale, che sta totalmente trasformando il modo in cui gli esseri umani si interfacciano con la tecnologia. E qui i nostri prodotti sono proprio al centro di questa rivoluzione: se si guarda al mouse, alla tastiera, alla webcam o ai tool per la videoconferenza, proprio questi prodotti sono il senso dell’intelligenza artificiale. Questi, secondo noi, sono i più grandi cambiamenti che stanno avvenendo, ed è il cuore di quello che fa Logitech oggi. Abbiamo parlato di strumenti: quanto incide proprio l'adozione di questi strumenti all'avanguardia sulle capacità di attrarre e anche trattenere i lavoratori migliori e i nuovi talenti? Tantissimo. Ci sono un paio di fattori critici per attrarre e trattenere i talenti. Prima di tutto, una persona deve riconoscersi nei valori e negli obiettivi dell'azienda per cui lavora, e il lavoro deve avere uno scopo che interessa il dipendente. Secondo, la flessibilità: le aziende devono dare flessibilità ai propri dipendenti, che devono essere in grado di lavorare un po' dove vogliono, e offrire anche strumenti e prodotti che permettono loro di essere equamente efficienti. Terzo aspetto è il cosiddetto "continuous improvement", quindi continuare ad addestrare i propri dipendenti e i propri collaboratori sulle nuove tecnologie. Per esempio noi a Logitech con l'avvento dell'intelligenza artificiale abbiamo addestrato tutti i nostri dipendenti a fare semplici prompt dentro l'intelligenza artificiale. Anch'io ho fatto questo training e il risultato è stato fantastico. Noi abbiamo oggi più di 1.000 agenti interni, AI agents, in grado di aiutare un maniera concreta i nostri collaboratori ad essere più produttivi. Stiamo assistendo a un passaggio dagli investimenti immobiliari a quelli in piattaforme digitali. Quali sono le implicazioni più rilevanti secondo il suo punto di vista e la sua esperienza proprio per il futuro del lavoro? Faccio un esempio personale: io vivo in Michigan, la mia famiglia è a Detroit, il mio ufficio è a San José, in California, dov’è il quartier generale di Logitech; il mio team Finance è presente in tutto il mondo, in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, per cui io viaggio sempre, sono sempre sugli aerei e per me essere efficiente in qualsiasi punto - se ho una riunione da casa o sono in presenza con il team - è estremamente importante. E come me ci sono tantissime persone che lavorano nello stesso modo. E quindi offrire dei prodotti che rendono tutti più produttivi e aiutare a partecipare in riunioni indipendentemente dal luogo in cui una persona si trova è di fondamentale importanza. Ma non lo vediamo solo nel lavoro, lo stiamo vedendo anche per esempio nella sanità: molti più medici curano i pazienti in modalità remota. E poi nell'università: studenti partecipano ad alcune lezioni di persona, ad altre le fanno da casa. Questo è il cambiamento a cui stiamo assistendo. L'ultima domanda riguarda quanto sia realistico immaginare degli ecosistemi collaborativi virtuali come un'evoluzione naturale degli attuali modelli ibridi Secondo noi questo sarà il futuro. Noi vediamo un futuro non tanto remoto in cui avremo più agenti AI che esseri umani, e quindi l'interfaccia tra essere umano e impiegato con Artificial Intelligence diventa sempre più importante. E lo notiamo in tre categorie principali. La prima la chiamiamo Edge AI, quindi l’intelligenza artificiale che sta nel prodotto. Prendiamo ad esempio la nostra telecamera Site: è come avere un regista all’interno di una riunione. Quando una persona parla la telecamera la inquadra automaticamente, e quindi se io sono in una riunione da casa, l'esperienza è mille volte migliore rispetto a prima. Secondo, l’Agentic AI: quindi tutti questi AI Agents sia per noi che per i nostri clienti. La terza categoria è l'accesso all’intelligenza artificiale, che deve essere il più fluido possibile. Noi con tutti i nostri prodotti, tipo il mouse o la tastiera, possiamo personalizzare i vari pulsanti per avere un accesso a qualsiasi tipo di linguaggio di intelligenza artificiale. Questo è il futuro che noi vediamo, che è molto differente rispetto al modo in cui si lavora ancora oggi.

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Daniele Semeraro