Meno ChatGpt, più Ai applicata: i Lab per sperimentare in azienda

Meno ChatGPT, più intelligenza artificiale applicata. La nascita dei Fusion AI Labs a Genova intende sancire un cambio di passo nei confronti dell’IA e ha la precisa finalità di sviluppare soluzioni su misura per le aziende e colmare quel divario che ancora distanzia la ricerca dall’industria, soprattutto in Italia. Perché, anche se si prende la maggior parte della ribalta, l’intelligenza artificiale dei chatbot non è l’unica. E forse neanche la più importante. Tutta l’IA che non è un chatbot Chat GPT, come tutte le tecnologie, non ha demeriti in sé, purtroppo però ha assunto una funzione da epitome pur non avendone le caratteristiche. L’IA generativa basata su modelli linguistici è solo una piccola parte del tutto e non lo rappresenta. La sua eccessiva popolarità ha un po’ oscurato altri aspetti ben più importanti per la competitività delle aziende e del Paese. La rivoluzione tecnologica dell’IA insomma non è un chatbot, ma altro: gli agenti IA, i co-pilot, la duplicazione digitale della propria organizzazione , il riconoscimento di immagini, la creazione di proteine e di nuovi principi attivi per la farmaceutica, le soluzioni per il monitoraggio ambientale e la sicurezza perimetrale. Tecnologie già disponibili e “mature”, pronte ad essere adattate alle esigenze specifiche di ogni settore produttivo. E soluzioni che faranno la differenza per la competitività, se non per la sopravvivenza, del tessuto economico. Una palestra per le aziende L’obiettivo dei nuovi Labs genovesi - nati dalla joint venture tra Expert.ai , antesignana nell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale semantica, e AI Fusion Holding - è quello del centro di eccellenza, che mette a disposizione competenze e strumenti per permettere alle realtà produttive di avvicinarsi all’IA con maggiore consapevolezza e poterne sperimentare le capacità in modo sicuro e potendo sempre scegliere quale livello di controllo umano mantenere sulle applicazioni. Da Genova verso l’Europa Genova è stata scelta come sede dell’iniziativa per la presenza di strutture all’avanguardia, come i dipartimenti di informatica e di ingegneria dell’Università, l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. All’interno dei Labs troverà spazio, ad esempio, l’Innovation Hub di Robotica previsto dal progetto europeo Ulysses, che collega l’Ateneo ligure ad altre università europee. Un ecosistema ideale per l’innovazione basata sull’IA. “L’Europa ha bisogno di iniziative che la colleghino al mondo della ricerca straordinario che ha prodotto talenti incredibili. Dei tre padrini dell’intelligenza artificiale Hinton, LeCun e Bengio il primo è inglese e il secondo francese. Genova, poi, ha partorito Tomaso Poggio che guida gli AI Labs del MIT di Boston. I talenti di certo non mancano - spiega Andrea Pescino, Ceo di Fusion AI Labs - il problema è che spesso riescono a realizzare progetti interessanti che, però, non vengono trasferiti al mondo industriale”. Da qui l’idea dell’iniziativa Fusion Ai Labs. Un modo di aderire alla novità tecnologica in modo molto concreto. “Anziché fare ricerca pura ha più senso fare un progetto di ricerca applicata: con l’aiuto delle grandi organizzazioni si prendono le applicazioni più semplici, con tecnologie mature in architetture complesse per risolvere problemi reali, come il procurement o la gestione delle risorse umane. Cose che hanno un impatto concreto per le aziende in un tempo ridotto: non servono dieci anni di ricerca per cercare di sviluppare soluzioni nuove, in qualche mese si riesce già a ottenere qualcosa di pronto all’uso. Bisogna costruire questo percorso e riscoprire il significato e il valore della ricerca applicata”. Attrarre talenti, creare relazioni I Fusion AI Labs affiancano alla ricerca applicata anche un centro di formazione per attrarre i talenti, italiani ed europei. Entro metà 2028 saranno 130 i ricercatori assoldati, di cui un terzo sarà rappresentato da profili internazionali che, lavorando da remoto, potranno rafforzare le sinergie con gli altri centri di ricerca europei. I primi trenta ricercatori saranno selezionati entro metà del 2026. Progressivamente saranno aggiunte le altre risorse.

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Gabriele De Palma