Perché gli smartglasses Meta non sostituiranno lo smartphone (per ora)

“Quanto tempo ci vorrà agli smartglasses come Meta Ray-Ban Display per sostituire gli smartphone? È difficile dirlo. Non credo che questo possa accadere nel prossimo anno, ma presteremo attenzione a ciò che le persone amano e ci concentreremo su quello, almeno all'inizio. Ma l'obiettivo è creare un dispositivo comodo, che si possa usare tutto il giorno quando si vuole, che renda la vita più semplice in tutti i modi per non costringere le persone a tirare fuori qualcosa di continuo. Credo che rimuovere molte di queste barriere sia il nostro obiettivo”. Chris Cox, Chief Product Officer di Meta, spiega così la scelta dell’azienda di puntare forte sugli occhiali intelligenti in un incontro con la stampa dopo la presentazione del rivoluzionario device. Ma prima che i nuovi occhiali di Zuckerberg portino il futuro nel presente, torniamo a quelle che sono le loro caratteristiche attuali. “Meta Ray-Ban Display è una versione aggiornata degli occhiali super popolari che già abbiamo, che contengono l'interfaccia audio, permettono di scattare foto, di parlare con l'intelligenza artificiale e di porre domande su ciò che si ha di fronte. Abbiamo migliorato la durata della batteria, una delle richieste più importanti che abbiamo ricevuto, per raddoppiare il tempo di utilizzo. Ora arriva a otto ore”, spiega Cox. “Abbiamo anche aggiornato la risoluzione dei video in 3k che si possono registrare, portandola fino a tre minuti di durata, il che è davvero fantastico – prosegue -. Abbiamo anche un sacco di nuovi stili, quindi siamo entusiasti di offrirti un sacco di aggiornamenti”. Ma Meta punta non solo sul suo futuristico occhiale per battere la concorrenza, ma su una gamma di prodotti pensati per ogni gusto e per, quasi, ogni tasca. “L'altro grande annuncio è stata la partnership con Oakley per gli occhiali sportivi Vanguard – dice ancora Cox - . Abbiamo cercato di progettare l'occhiale perfetto per chi, come me, pratica la corsa o pratica sport estremi, e desidera catturare e trasmettere in streaming la propria esperienza. Ovviamente, se sei uno scalatore, un telefono non funziona. Abbiamo quindi lavorato con Oakley per realizzare qualcosa di davvero perfetto per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nell'acquisizione di dati tramite computer a mani libere. Sarà disponibile praticamente da subito. La fotocamera è al centro, così da avere una prospettiva in prima persona, il che è davvero importante e li caratterizza in modo unico e la durata della batteria è davvero ottima. Sono anche IP67, il che significa che sono resistenti all'acqua, quindi se li usate per navigare, potete farlo senza paura. Il prezzo sarà di 499 dollari e siamo davvero entusiasti di continuare a introdurre nuovi modelli in questo segmento”. Come funziona il futuristico display Anche se l’assortimento pare in grado di conquistare un po’ tutti gli appassionati, il discorso scivola nuovamente sul modello con display incorporato “stile Minority Report”. “Stavamo lavorando da molto tempo per riuscire a integrare un display in un paio di occhiali eleganti, indossabili e leggeri, ed è proprio quello che abbiamo realizzato e annunciato ieri. Questi occhiali hanno una guida d'onda, che in sostanza proietta la luce nell'occhio, e avrete un piccolo display attraverso il quale potrete vedere, proprio sotto l'occhio. E molti test che abbiamo condotto hanno dimostrato che le persone non vogliono che questo impedisca loro di vedere chiaramente. Lo vogliono un po' più di lato. Ecco il display che abbiamo creato. Si possono fare cose come inviare messaggi e leggerli. Puoi guardare video. Puoi fare videochiamate, il che è davvero fantastico”. L’altra novità rilevante legata all’occhiale è, però, un bracciale neurale che sfrutta i movimenti dei muscoli per trasformare la propria mano nella periferica che guida i nuovi dispositivi. Ed ecco la spiegazione di Meta: ”Per controllare lo schermo serviva un cursore in modo di controllare il display che hai di fronte. E così abbiamo fatto un sacco di ricerche per realizzare un braccialetto EMG, che puoi indossare tutto il giorno. È molto comodo, è leggero e rileva anche i più piccoli movimenti motori. Quindi, abbiamo impostato un sistema di controllo che ti permette di alzare o abbassare il volume muovendo il pollice sul dito come se fosse un D-pad per spostare il cursore su e giù, e poi toccare per accendere e spegnere lo schermo e muoversi al suo interno. Direi che finora, dopo averci passato un po' di tempo, la cosa più sorprendente è poter leggere e rispondere rapidamente ai messaggi senza dover estrarre e sbloccare il telefono. Lo si fa semplicemente dicendo quello che si vuole dire, oppure si può sussurrare, o parlare a voce molto bassa se si vuole semplicemente rispondere a un messaggio. Ma si può anche usare la scrittura a mano. Quindi, sul tavolo, sulle ginocchia, in tasca, si potrà scrivere come se si stesse semplicemente scrivendo un messaggio a qualcuno, e il telefono rileverà la scrittura e permetterà di scrivere il messaggio. Consideriamo questo un enorme passo avanti perché è comodo e inizierà a far sì che le persone scelgano sempre meno di sbloccare il telefono e digitare con i pollici, il che pensiamo sarà un'innovazione importante in futuro”. Un mondo da tradurre in tempo reale La “killer application” dei Display secondo Cox è però un’altra: “Una cosa che vorrei sottolineare, soprattutto per quanto riguarda l'Europa, è che abbiamo lavorato molto sulle traduzioni. E credo che una delle funzionalità più interessanti sia quella di sottotitolare letteralmente il mondo che hai di fronte. Così se ti trovi in un Paese di cui non parli la lingua sarà un po’ come guardare un film di fantascienza, ma con i sottotitoli in tempo reale. Sempre in questa direzione ieri abbiamo annunciato un focus sulla voce o sulla conversazione, che ti permette, in una stanza affollata, a una festa, in un club, in un bar, in un luogo rumoroso, in una stazione ferroviaria, ovunque, di seguire la conversazione e, chiunque tu stia ascoltando, di sentirla più chiaramente”. Anche il prezzo non sembra stridere con la qualità del prodotto. “Dipende da come si fa la contabilità – dice Cox -. Stiamo studiando questa tecnologia da 10 anni. Stiamo lavorando su una combinazione di AR e VR. Stiamo cercando di ottenere un prezzo accessibile sul mercato che permetta di provarla e che sia accessibile sia agli appassionati sia ai primi utilizzatori. Siamo piuttosto interessati a vedere come le persone utilizzano il prodotto, e questo ci darà maggiori indicazioni su quale sia il giusto compromesso tra prezzo e funzionalità. Beh, il prezzo è abbastanza ragionevole, considerando quanto siano futuristici”. In questo pezzo di futuro c’è anche una forte componente italiana considerata la partnership ormai d’acciaio con Luxottica. “Collaboriamo da tempo a stretto contatto con loro, e sono dei partner eccezionali. Ovviamente, non solo Ray-Ban, ma anche Oakley. Si tratta di aziende talentuose ed eccellenti nell'arte di costruire occhiali. Ci siamo confrontati molto sul design. Penso continueremo su questa strada, siamo stati entusiasti di lavorare con loro e continueremo a collaborare”. Per quanto riguarda invece un progetto ancora più futuristico per Meta come Orion, Cox spiega a che punto è lo sviluppo: “Abbiamo presentato Orion l'anno scorso al Connect, ed è un prototipo. È un progetto che prevede un campo visivo molto ampio. In pratica, si potrebbe vedere come uno schermo di computer con più display proiettati attraverso gli occhi. Ma lasciandoti guardare contemporaneamente il mondo davanti a te, e quindi non ti impedisce la vista. Non è ancora pronto. Ma il motivo per cui l'abbiamo mostrato in anteprima al mondo è che volevamo in un certo senso accompagnare le persone in un viaggio verso quello che consideriamo lo stato finale: uno strumento che potresti semplicemente aprire con il pollice, richiamando di fonte a te le finestre e i display, la messaggistica, l'intrattenimento, la produttività, qualsiasi cosa sia utile all’attività che stai conducendo”. Il nodo della privacy Il tema scottante è invece quello della privacy per un prodotto che minaccia di invadere ogni aspetto della nostra vita pubblica e privata un po’ come ha fatto la diffusione dei social media. Ma stando a Cox anche questo aspetto non sembra preoccupare l’azienda: “Innanzitutto c’è da dire che sarà l’utente ad avere il controllo, quindi sarai lui a decidere quando attivare o meno qualcosa. Proprio come quando si decide di accendere la fotocamera o il microfono del proprio telefono, e ci sono norme e aspettative sociali che esistono, a casa o negli ambienti di lavoro, su quando sia appropriato avere il dispositivo acceso e quando non lo sia. L'abbiamo sempre dichiarato molto chiaramente, quindi non c'è spazio per fraintendimenti sul fatto che chi indossa i nostri occhiali possa scattare una foto o registrare qualcosa. I dati restano sul dispositivo a meno che tu non stia interagendo con MetAI, in quel caso andranno a un server, ma l’utente avrà un'app associata al dispositivo dove potrà vedere i suoi contenuti multimediali, e potrà decidere cosa condividere o eliminare”. Il bracciale neurale al momento non è invece la chiave di accesso alla creazione di uno smartwatch che controlli direttamente gli occhiali, magari senza passare per il telefono: “No non c’è nessun nuovo prodotto da annunciare”, garantisce Cox.

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Cristian Paolini