Dove vado in vacanza lo decide l’Ia

Le nuove tecnologie diventano la bussola delle nostre vacanze. Nell’estate 2025, il 29% degli italiani ha affidato all’intelligenza artificiale la scelta dei propri viaggi: un aumento del 77% rispetto al 2024. Secondo il nuovo Hospitality & Travel Report 2025 di Adyen e Censuswide, l’Ia è ormai il nuovo compagno di viaggio, scelto persino da generazioni ritenute meno digitali - tra i “boomer", l’adozione è salita del 111% -. Dopo l’entusiasmo iniziale del 2023 e la fase sperimentale del 2024, il 2025 si prospetta l’anno della maturità tecnologica. Ne abbiamo parlato con Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano. L’Ia come nuovo agente di viaggio: quanto è davvero efficace? Quali sono i vantaggi concreti rispetto ai metodi tradizionali di ricerca e prenotazione? Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa stanno già influenzando le abitudini dei viaggiatori italiani, che oggi li utilizzano principalmente nelle fasi di ispirazione e di ricerca delle destinazioni . Ma in futuro, gli agenti Ia potranno gestire in autonomia l’intera prenotazione: volo, soggiorno e attività, agendo direttamente sul web su richiesta dell’utente. Generazioni a confronto: perché i “boomer” stanno abbracciando l’Ia? Cosa ci dice questo sul cambiamento culturale in atto e sulla fiducia crescente verso la tecnologia? Una generazione spesso percepita come diffidente verso le nuove tecnologie si mostra ora curiosa e aperta alla scoperta dell’intelligenza artificiale. Complice anche la grande semplicità di uso dell’AI generativa, di cui si stanno sviluppando interfacce sempre più intuitive, spesso integrate all’interno di dispositivi quotidiani. Tuttavia, per sfruttare davvero l’Ia serve saper porre le giuste domande, scrivere i prompt corretti e interpretare le risposte. Ospitalità automatizzata: come cambia l’esperienza del cliente? Quali sono le opportunità di un’accoglienza sempre più “smart”? L’utilizzo di chatbot e assistenti virtuali permette ai clienti un supporto in tempo reale, dalla fase di prenotazione alla presenza nelle strutture ricettive, migliorando l’esperienza turistica complessiva. Per gli operatori, questi servizi offrono l’opportunità di rendere più semplici i processi operativi e concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto, magari proponendo servizi mirati e personalizzati sulla base del profilo del cliente. In prospettiva, raccogliendo dati sulle preferenze dei turisti, l’Ia può fornire agli operatori previsioni sulle tendenze future e adattare di conseguenza le strategie. Ma ci sono anche rischi? Sì, dalla gestione delicata dei dati personali alle “allucinazioni” dell’Ia, il fenomeno per cui l’intelligenza artificiale genera informazioni non basate sulla realtà, generando output falsi. Anche per questi motivi l’Unione Europea si è dotata dell’”AI Act” la normativa più avanzata a livello mondiale in questo ambito. Destinazioni suggerite dagli algoritmi: si rischia l’omologazione a danno di destinazione meno conosciute? L’Ia si basa su contenuti già presenti online, proponendo prima quel che “funziona di più”, con la possibilità che si privilegino destinazioni già popolari. Tuttavia, con prompt ben formulati è possibile scoprire luoghi meno battuti. E per località minori, la sfida è farsi trovare dagli algoritmi: essere visibili e pertinenti nei risultati è essenziale. Siamo di fronte a una sfida simile a quando sono apparsi i primi motori di ricerca, ma più impegnativa. Nel 2025 l’Ia consente una personalizzazione senza precedenti nell’esperienza di viaggio, riconoscendo persino le motivazioni dietro una prenotazione. Come si può garantire che questa personalizzazione non comprometta la privacy del viaggiatore? I limiti alla privacy sono quelli sanciti dalla normativa di riferimento, come il GDPR, collegati ora anche l’“AI Act”. L’utente va informato sull’uso dei dati e deve poter scegliere il livello di personalizzazione, anche modificandolo nel tempo. L’educazione digitale diventa urgente: senza consapevolezza, si rischia sudditanza tecnologica. L’Ia può essere anche un alleato nella gestione di emergenze e disservizi. Mi può fare esempi concreti? E quali sono i futuri sviluppi in questo specifico ambito? L’Ia è estremamente veloce nell’elaborare informazioni. Ovviamente è importante evitare che prenda decisioni critiche senza l’intervento umano o senza una adeguata verifica dei rischi. Nell’ambito travel un esempio molto semplice è la capacità dell’Ia, grazie anche ai dati satellitari, di identificare e gestire con estrema rapidità l’avvio e la diffusione di un incendio in una zona turistica. E sicuramente vedremo anche ottime applicazioni nella gestione di cancellazioni di voli o treni, grazie all’Ia che saprà integrare mezzi di trasporto alternativi con i servizi ricettivi, garantendo al turista il minor disagio possibile e agli operatori turistici dei costi adeguati.

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Dove vado in vacanza lo decide l’Ia

Beatrice Subissi