L'algoritmo vien mangiando: TheFork diventa "social"

TheFork inaugura una nuova fase della propria evoluzione, e lo fa puntando su un’esperienza più umana e relazionale. Da pochi giorni gli utenti trovano infatti nell’applicazione una sezione completamente rinnovata: si tratta di TheFork Feed, un flusso personalizzato di contenuti che ricorda quello dei social network, in cui scorrono aggiornamenti, liste, immagini e recensioni provenienti da amici, food creator, influencer e altri utenti della community. Un cambiamento, con tanto di follower e following, pensato per riportare la scoperta dei ristoranti a una dimensione più vicina alla vita reale, dove spesso la scelta di un locale nasce da una banale chiacchierata, da un consiglio dato per esperienza, da un “fidati, si mangia bene e si spende poco”. O magari no, specialmente in questo periodo, ma si mangia comunque bene. Il Feed è una finestra su gusti e raccomandazioni personali Il nuovo feed funziona come un diario digitale condiviso dove ogni interazione, recensione o raccomandazione ha il volto e il nome dell’utente che l’ha vissuta e pubblicata, e con cui siamo in collegamento. L’obiettivo non è solo quello di ispirare ma di farlo attraverso un filtro più intimo e affidabile: quello delle persone di cui ci si fida, che siano amici, conoscenti o creator del settore. Secondo la visione della piattaforma, la scoperta del prossimo ristorante non deve passare da un algoritmo impersonale ma da un sistema in grado di amplificare la fiducia già esistente tra utenti. “Oggi più che mai, crediamo che la scoperta debba tornare ad assomigliare alla vita reale. Non è un algoritmo a decidere per te, ma una persona che conosci. Il digitale può amplificare la fiducia, non sostituirla” spiega Almir Ambeskovic, storico Ceo di The Fork, a Sky Tg24 Insider. Un ritorno al passaparola, potenziato dal digitale La filosofia alla base di TheFork Feed affonda le radici in una pratica antica: il passaparola. Con l’arrivo dei social, questo meccanismo si è trasformato, diventando più esteso ma spesso anche più artificiale, forzato e drogato dalle sponsorizzazioni o dalla viralità a ogni costo. TheFork cerca ora di riportare equilibrio, sfruttando il digitale per restituire spontaneità e autenticità alla vecchia raccomandazione tra persone. Ogni suggerimento, ogni post nel feed, diventa così un’estensione di un consiglio detto a voce, che mantiene intatto il legame umano ma si diffonde con la rapidità e la portata della tecnologia. L’intelligenza artificiale al servizio della semplicità Accanto al nuovo feed TheFork introduce un’altra novità importante: un assistente vocale alimentato da AI, già integrato nella barra di ricerca. Questa funzione consente di dialogare con l’app in modo naturale e ricevere suggerimenti su misura in tempo reale senza trafficare troppo con i filtri. Che si tratti di trovare un ristorante romantico, un brunch in zona o un posto che accetti gruppi numerosi, basterà pronunciare la richiesta perché l’app elabori le preferenze e restituisca proposte ad hoc. Il sistema – addestrato internamente, sulla base del database interno di The Fork costituito da 55mila ristoranti partner in 11 mercati europei, 20mila solo in Italia - è in grado di comprendere linguaggio naturale e di combinare gusti personali, storico delle prenotazioni e preferenze espresse per offrire risposte utili e pertinenti. Un ecosistema in continua trasformazione Con oltre venti milioni di recensioni, decine di migliaia di ristoranti partner e una presenza capillare in Europa e oltre, TheFork non è più solo un'app per prenotare un tavolo. È diventata un ecosistema digitale che connette utenti, ristoratori e trend gastronomici. E proprio in quest’ottica va letta la scelta di affiancare ai servizi gestionali strumenti che arricchiscono l’esperienza degli utenti finali. In un mercato della ristorazione sempre più affollato, e forse davvero al limite, la capacità di distinguersi non passa solo dai dati o dalle promozioni, ma anche da ciò che oggi è più raro e prezioso: la fiducia tra persone. Il digitale come ponte, non come filtro Il rinnovamento di TheFork conferma un cambio di rotta più ampio nel mondo delle piattaforme digitali: l’attenzione si sposta dalla sola efficienza all’esperienza emotiva, relazionale e “umana” dell’utente. È un tentativo – consapevole – di riportare al centro il valore delle connessioni un po’ più autentiche e un po’ meno algoritmiche, in un’epoca in cui l’automazione rischia di appiattire tutto. “E se c’è una cosa che il feed racconta bene, è proprio questo: che anche in un mondo sempre più tecnologico, a guidarci sono ancora le persone”, conclude Ambeskovic.

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