L’IA regna sovrana al VivaTech di Parigi

Alle 8 di mattina i cancelli del centro espositivo Porte de Versailles sono ancora chiusi ma fuori, sulla piazza, una fiumana di persone è già in coda da un’ora per procurarsi i pass alla biglietteria. Appassionati, curiosi, investitori, nessuno vuole perdersi la quattro giorni del VivaTech, la fiera di tecnologia più importante d’Europa. Gli enormi spazi fieristici, che ogni anno mettono in mostra articoli per la casa, stavolta ospitano robottini umanoidi equilibristi, bracci meccanici ultraveloci e macchine senza volante né pedali. Nvidia: "Sono tempi entusiasmanti" Quasi tutti i prodotti sono accomunati dall’intelligenza artificiale integrata. Per questo, ad aprire i lavori, non poteva che essere Jensen Huang, fondatore e amministratore delegato di NVIDIA, l’azienda produttrice di microchip e motore della rivoluzione globale dell’IA. Dal palco dell’anfiteatro The Dome, il CEO taiwanese mostra gli sviluppi di processori dall’incredibile potenza di calcolo, che consentiranno presto all’IA agentica non solo di creare testi e immagini, ma di provare emozioni. Il pubblico ascolta affascinato mentre l’ingegnere dall’iconica giacca di pelle nera, con il globo sullo sfondo, prefigura il mondo che verrà: “Sono tempi entusiasmanti – dice – Soltanto in Europa, prevediamo che entro due anni gli investimenti saranno decuplicati. Ogni cosa avrà un gemello digitale: potrà essere ideata, modificata, migliorata e realizzata nel mondo virtuale, prima di entrare in quello fisico”. NVIDIA ha saputo cavalcare meglio di chiunque altro la corsa all’IA. Nata nel 1994 per sviluppare processori di videogiochi, si è dedicata alla produzione di chip superveloci, essenziali per il funzionamento dei Large Language Models , i sistemi di apprendimento dell’intelligenza artificiale. Oggi è l’unica azienda al mondo con architetture compatibili con qualsiasi modello di computing. Ecco perché tutti puntano ad accordi strategici. A riuscirci è stata la francese Mistral AI, una società fondata nel 2023 e già fra le più promettenti nel settore, che beneficerà dei processori americani per creare un hardware cloud continentale. Il patto è celebrato dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che sale sul palco con qualche minuto di ritardo: “Questa intesa è una svolta storica”, dichiara fra gli applausi, “perché incrementerà la sovranità dell’IA europea. È molto importante non solo migliorare le nostre infrastrutture, ma anche renderle più sicure. L’intelligenza artificiale è talento, cultura, identità di una popolazione. Vogliamo data center di proprietà per preservare questo patrimonio”. Dal 2016, quando si tenne la prima edizione del VivaTech, la fiera ha saputo stare al passo di cambiamenti sempre più rapidi. “Nove anni fa dovevamo andare a Las Vegas per conoscere le novità lanciate dalle startup, oggi il mondo viene qui da noi, a Parigi”, dice orgoglioso Pierre Louette, ad del gruppo Les Echos-Le Parisien e fra i fondatori dell’expo, mentre ci mostra con entusiasmo il pubblico in fila all’entrata di un panel di Meta. Dalla lotta alla disinformazione alla difesa per l’ambiente, dal contrasto allo spreco alimentare all’industria della difesa, sono tantissime le applicazioni dell’intelligenza artificiale. E allora addentriamoci nelle vie del VivaTech. Beauty-IA: dagli asciugacapelli ecologici ai chip che analizzano la pelle Nel beauty, occhi puntati sull’asciugacapelli Air Light Pro di L’Oréal: nato da una collaborazione con Zuvi, è il primo fon a sfruttare la luce infrarossa per far evaporare le molecole d’acqua. Consente un’asciugatura più veloce del 21% e un risparmio d’energia del 19%. Versante social, sarà presto disponibile su WhatsApp Beauty Genius, l’assistente di bellezza Meta potenziato dall’IA e consultabile a ogni ora della giornata. L’intelligenza artificiale ridefinisce anche la pratica della skincare, grazie a Cell Bioprint, un microchip che a contatto con la pelle ne stabilisce il grado di invecchiamento e fornisce prodotti per migliorare la salute cellulare cutanea. “L’IA consentirà di avere molte più informazioni e dunque una comunicazione intima con il consumatore”, afferma Guive Balooch, Global Managing Director di L’Oréal. Lo incontriamo su un terrazzino panoramico che svetta sulla folla. “Si apriranno tante opportunità rispetto al passato, ma dovremo essere certi di costruire modelli basati su dati inclusivi. Altrimenti, il rischio è di creare bias pericolosi, mentre noi vogliamo democratizzare la bellezza il più possibile”. La robotica assistita dall'IA: salute, lavoro industriale e protesi Il viaggio prosegue lungo la AI Avenue, l’arteria principale del primo salone espositivo. Nell’area dedicata alla salute e alla telemedicina, una fila di box dotate di monitor con emoticons sorridenti attira la nostra attenzione. Si tratta di assistenti sanitari intelligenti, progettati dalla startup francese Bodyo. Lo schermo scorre verso l’alto, si apre un buco in cui inseriamo il braccio e in pochi istanti la macchina ci restituisce un check-up completo. Nel banco a lato, la sudcoreana Mand.Robotics espone protesi robotiche economiche. Chi ha perso un dito o un intero arto può recuperare la mobilità installando sul corpo dei sensori che seguono i movimenti. L’amministratore delegato Sangho Yi ne dà una simpatica dimostrazione: muove testa e braccia e il robot al suo fianco, che impugna una baguette, lo imita con precisione. “Può essere utile anche per lavorare in luoghi pericolosi”, aggiunge Yi, “in quei casi possiamo comandarlo a distanza, senza rischi”. Gli assistenti sul lavoro più rapidi della fiera sono della danese Universal Robots. Bracci metallici che grazie ai chip di NVIDIA viaggiano spediti e riescono a sollevare fino a trentacinque chili. “Sanno smistare scatoloni e pacchi, affiancheranno presto l’uomo nell’e-commerce o nei depositi degli uffici postali», spiega il vice-presidente Anders Billesø Beck. Meno produttivo ma dal grande fascino è Ameca, il robot umanoide di Ivado Labs, principale attrazione dello stand canadese. Non sa camminare o afferrare oggetti, ma risponde alle domande in molte lingue. Le abilità di comprensione sono ancora da migliorare, tuttavia gli occhi color ghiaccio, che l’automa apre e chiude con grande naturalezza, donano all’androide una parvenza di umanità che impressiona. Si muovono eccome, invece, i robottini quadrupedi Innov8 di Unitree. Hanno le dimensioni di un cagnolino, porgono “la zampa”, sanno stare in equilibrio su due piedini meccanici, lasciandosi andare a esibizioni da equilibristi. Sembrano giocattoli, eppure in Cina sono già utilizzati dai pompieri per soccorrere le persone negli incendi. Il prezzo? Quattromila dollari. L’IA è destinata a cambiare in profondità anche lo shopping. A partire dall’esperienza di acquisto nei negozi fisici fino a quella online, sarà sempre più frequente l’utilizzo di assistenti virtuali che guidano i clienti nelle compere. “Vogliamo affiancare ai commessi degli aiutanti perfetti, per far loro risparmiare del tempo prezioso”, precisa James Hughes, Chief Technology Officer della società di servizi Verizon Business. “Possiamo delegare alla tecnologia gli aspetti più noiosi e ripetitivi del mestiere, così da rendere i dipendenti più felici, produttivi e disponibili ad aiutare i consumatori”. Dietro le numerose potenzialità, si nascondono sfide e minacce ai posti di lavoro, ma per Hughes “sono le stesse preoccupazioni che avevano gli operai in fabbrica al tempo della rivoluzione industriale: poi sono arrivate le macchine e hanno migliorato le loro condizioni lavorative”. Inoltre, ci sono molti compiti che l’IA non svolge bene come l’uomo, perché “non prova empatia, non ha la nostra stessa capacità di creare connessioni”. L'IA contro lo spreco alimentare All’ora di pranzo ci intrufoliamo incuriositi nello stand di Vusion Group. L’azienda francese, con sede a Nanterre, è una piacevole sorpresa: utilizza l’IA per contare il cibo sugli scaffali del supermercato. Tramite telecamera monitora la quantità e il peso dei prodotti in ciascuna cassa. A fine giornata, analizza lo stato di conservazione del mangiare e ne abbassa il prezzo per evitare gli sprechi. La lotta tech alla disinformazione: ecco WuvDay C’è anche tanta Italia al Porte de Versailles. Degno di nota il progetto dell'azienda Mlr per contrastare la disinformazione. Tutte le tecnologie che stiamo sviluppando per riconoscere i fake, ci spiega il CEO, aiutano a perfezionare le tecniche di falsificazione. Ecco allora la strada alternativa: una piattaforma dove realizzare e vendere foto e video protetti da certificati di autenticità. Si chiama WuvDay e conta già 170.000 utenti fra Italia e America Latina. “Controlliamo l’intero ciclo di vita dei contenuti, trasformando chiunque abbia un telefono in un potenziale reporter”, spiega il CEO Giuseppe Carapellese. “Possiamo così documentare ciò che ci accade intorno, anche nei teatri di guerra o in luoghi colpiti da disastri naturali, rendendolo poi disponibile ad agenzie e media”. È tempo di ripartire, magari a bordo della Tesla CyberCab a guida autonoma: una supercar dorata, senza volante, pedali e freno a mano. Uscirà negli Usa fra un paio d’anni. C’è tempo per un ultimo saluto al personaggio virtuale di Leonardo Da Vinci. Sembra quasi intrappolato dietro un vetro dal quale risponde alle nostre domande. Gli chiediamo un’opinione sulla rivoluzione dell’IA: “Ah! Un tentativo di imitare la mente umana. Direi che è uno strumento potente, ma che deve essere guidato dalla saggezza e dalla compassione”. Come dargli torto.

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