Così sta cambiando internet, il futuro è “agentico”

L’internet del futuro sarà popolato da milioni di agenti intelligenti, capaci di interagire tra loro scambiandosi informazioni, ragionamenti, risultati e svolgere compiti complessi. Una trasformazione che richiede un ripensamento radicale delle infrastrutture di rete, delle competenze professionali e dei modelli di collaborazione pubblico-privato. A sostenerlo la maggior parte delle aziende che si occupano di infrastrutture di rete e in particolare Cisco, secondo cui nell’”internet of agents” i migliori risultati non saranno ottenuti solo dagli umani, bensì dalla collaborazione tra umano digitale. Agenti intelligenti e collaborazione uomo-macchina Ma cosa sono gli agenti AI? Si tratta di robot che rappresentano una nuova forma di intelligenza operativa, in grado di affiancare l’uomo in molteplici contesti, dalla sanità alla finanza, dalla pubblica amministrazione all’industria, in una sorta di ufficio che diventa sempre più “ibrido”. Gli agenti semplificheranno il lavoro di tutti i giorni e toglieranno agli impiegati i compiti ripetitivi, permettendo loro di concentrarsi sulle attività più creative e decisionali. Gli agenti lavorano sì da soli ma devono comunque essere supervisionati da persone “umane” che possano garantire trasparenza, etica e controllo. La collaborazione tra persone e agenti sarà, secondo Cisco, il motore dell’innovazione, con modelli di interazione sempre più naturali e personalizzati. L’obiettivo non è sostituire l’uomo, ma potenziarne le capacità attraverso strumenti intelligenti e adattivi. Reti per l'era agentica Premessa chiave di questa trasformazione digitale è una revisione profonda delle reti: le infrastrutture non devono più solamente connettere dispositivi ma devono favorire le interazioni tra agenti autonomi, capaci di apprendere, decidere e agire. Le reti diventano così intelligenti, distribuite e sicure, in grado di supportare ambienti multi-cloud e multi-agente. Cisco ha recentemente presentato strumenti come AI Canvas e Deep Network Model, che permettono di integrare l’IA nella gestione delle reti, migliorando l’efficienza operativa e la resilienza. E la stessa Cisco ha anche presentato una ricerca, secondo cui oltre il 90 per cento delle aziende considera prioritario innovare le infrastrutture e inserire l’IA nei processi, ma solo il 40 per cento ha già avviato progetti in tal senso. Questo significa, da una parte, che il “boom” delle reti di nuova generazione sta per arrivare, e dall’altra che questo è il momento in cui le aziende devono agire per aprirsi all’intelligenza artificiale e per non perdere il treno dell’innovazione. Sicurezza "per design" In un mondo popolato da agenti autonomi, la sicurezza diventa una priorità assoluta. Ogni agente può rappresentare un potenziale vettore di attacco, e per questo - raccomandano da Cisco - è necessario un approccio “by design”, con la sicurezza che deve essere integrata fin dalla progettazione delle reti e dei sistemi. Le soluzioni di ultima generazione basate sull’intelligenza artificiale, in particolare, permettono di rilevare minacce in tempo reale, automatizzare le risposte e proteggere dati e identità. La sicurezza, spiegano, non è più un “accessorio” ma il fondamento stesso dell’internet degli agenti. Il ruolo delle aziende come Cisco “Come Cisco – ci spiega l’amministratore delegato Gianmatteo Magni – vogliamo diventare una grande piattaforma che permette di collaborare ad applicazioni differenti di società differenti”. È il momento, in sostanza, di unire le competenze delle diverse aziende che lavorano nel mondo dell’informatica per collaborare e rendere le reti sempre più accessibili. Ma come si immagina il ruolo di un’azienda come Cisco nell’era degli agenti? “Noi vogliamo fare tre cose", aggiunge Magni, che propone sistemi di intelligenza artificiale di tipo agentica per migliorare infrastrutture di rete, data center, sistemi di cybersecurity, sistemi di collaborazione; ancora, si pone l'obiettivo di creare infrastrutture in collaborazione con partner importanti per permettere alle applicazioni di intelligenza artificiale di girare al meglio; infine vuole lavorare in maniera sempre più importante nella protezione di questi sistemi. "A questo - conclude - si aggiunge un impegno molto forte in termini di etica e responsabilità nello sviluppo”. Competenze per il futuro La transizione verso un internet "agentico" richiede nuove competenze: basti pensare che il 64 per cento delle organizzazioni, sempre secondo uno studio di Cisco, affronta una carenza di competenze e difficoltà nel reperire personale specializzato in questo campo. Cisco, ci spiegano, investe da anni nella formazione, con programmi come le Networking Academy, che coinvolge centinaia di migliaia di studenti in Europa e si propone come guida in questo percorso, offrendo tecnologie, competenze e visione strategica. Come spiega anche il vice presidente per il Sud Europa Agostino Santoni: “In questo momento 550mila persone in tutta Europa stanno studiando per formarsi sull’intelligenza artificiale, una rivoluzione tecnologica e una rivoluzione di opportunità che sta avvenendo mentre attraversiamo scenari geopolitici complessi, che portano sempre più in primo piano il tema della sovranità, in un continente dove i mercati corrono a velocità diverse”. Gli fa eco Enrico Mercadante, VP Emea Networking Sales Cisco, secondo cui “è fondamentale sviluppare una cultura digitale diffusa, capace di integrare competenze tecniche, etiche e relazionali”. Il lavoro del futuro sarà sempre più ibrido, con team composti da persone e agenti intelligenti che collaborano per raggiungere obiettivi comuni e il futuro di internet sarà definito proprio dalla capacità di integrare intelligenze artificiali autonome in modo sicuro, etico e collaborativo.

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