L'impatto dell'IA sul lavoro fin qui (e perché non riesce a farli tutti)

Da quando nel 2022 OpenAI ha lanciato ChatGPT e i modelli di intelligenza artificiale sono diventati di uso comune, ha iniziato a diffondersi l’idea che le IA avrebbero presto reso obsolete una vasta gamma di mansioni. Il mondo del lavoro, tuttavia, non ha ancora risentito in maniera drastica di quella che in molti si spingono già a definire “una rivoluzione”. Per quale motivo? A che punto siamo con questa rivoluzione? Il Financial Times ha provato a rispondere a queste due domande attraverso un'analisi dei dati occupazionali del mondo del lavoro statunitense condotta dal giornalista John-Burn Murdoch. Quest’ultimo ha osservato che nonostante le mansioni di figure come impiegati contabili, assicuratori, agenti di viaggio e segretari giuridici possano essere del tutto assolte dai modelli di machine learning – e in questi campi si sia iniziato a utilizzarli – negli ultimi anni il numero di lavoratori umani non è diminuito. Ci sono però due eccezioni: gli scrittori e i programmatori. Entrambe queste occupazioni hanno infatti registrato un calo della forza lavoro a partire dal 2023. Murdoch esclude si tratti di una contrazione dovuta a una più ampia crisi dei rispettivi settori, poiché altre mansioni all’interno del mondo della comunicazione e dello sviluppo software non hanno mostrato lo stesso declino. L’indiziato numero uno, dunque, è l’intelligenza artificiale. Perché alcuni sono più colpiti di altri? Un altro recente studio condotto dalla società di ricerca METR e citato dal Financial Times, spiega proprio perché alcuni dei lavori considerati a rischio obsolescenza sono fino ad ora stati impattati più di altri dall’avvento delle IA. Secondo i ricercatori, la capacità di queste ultime di svolgere un compito a pieno non dipende tanto dalla sua difficoltà o dal livello di specializzazione richiesto, ma piuttosto da due fattori: il tempo necessario per completarlo e il grado di “disordine” del flusso di lavoro. L’intelligenza artificiale eccelle in compiti ben strutturati, lineari e sequenziali, come scrivere linee di codice o saggi, ma fatica con lavori che richiedono di gestire molte informazioni contemporaneamente, adattarsi a situazioni e imprevisti e lavorare a contatto con il pubblico con obiettivi che possono cambiare da un momento all’altro. Per questo, figure come gli agenti di viaggio o i contabili rimangono per ora al sicuro, poiché il loro flusso di lavoro è più imprevedibile rispetto a quello di uno sviluppatore o uno scrittore. Tuttavia, i ricercatori sottolineano come i modelli di machine learning stiano facendo rapidi e costanti progressi e potrebbero ben presto imparare a gestire in maniera efficiente anche flussi di lavoro meno lineari. Nessuno dei lavori a rischio di obsolescenza per colpa delle IA è al sicuro, ma alcuni stanno godendo di un vantaggio di qualche anno sugli altri.

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