Signal, come funziona l’app e perché è considerata più sicura di Whatsapp e Telegram
Tecnologia
Introduzione
L’applicazione di messaggistica istantanea è finita al centro dell’attenzione dopo che il direttore della rivista The Atlantic Jeffrey Goldberg è stato inserito per sbaglio dal consigliere per la sicurezza nazionale Usa Michael Waltz in una chat riservata dell’amministrazione Trump in cui si discutevano i piani militari contro il gruppo Houthi in Yemen. Fin dalla sua creazione, Signal basa la sua esistenza sui concetti di privacy e sicurezza informatica, motivo per cui negli anni ha fatto breccia nelle comunicazioni intergovernative e tra i professionisti della rete. Ecco come funziona
Quello che devi sapere
La nascita e l’elogio di Snowden
- Fondata nel 2010 con il nome di TextSecure dallo specialista in sicurezza informatica statunitense Moxie Marlinspike e dall’esperto di robotica Stuart Anderson, l’app ottiene il balzo di visibilità poco dopo il rilascio della prima versione su Android. Nel 2015 l’ex consulente della Cia Edward Snowden loda pubblicamente la sicurezza di Signal nei mesi in cui fa trapelare alcuni documenti “top secret” che provavano lo spionaggio dell’agenzia governativa sulle comunicazioni di cittadini americani
Per approfondire: Come ci è finito un giornalista nella chat Signal sulla sicurezza Usa?

Come funziona
- Al pari di Whatsapp e Telegram, Signal offre una serie di servizi gratuiti come l’invio e la ricezione di messaggi, audio, foto, video e documenti da o verso singoli utenti così come gruppi. Rispetto alle due app concorrenti, tuttavia, si basa unicamente sul metodo di crittografia end-to-end, meccanismo che consente al mittente di inviare messaggi “blindati” al destinatario. Dall’accesso al contenuto sono esclusi persino gli sviluppatori dell’applicazione, un metodo che ha ottenuto il plauso di pubblicazioni e organizzazioni che si occupano di sicurezza informatica
Installazione
- Per i dispositivi mobili Android, l’app è scaricabile da Google Play mentre per iPhone e iPad è disponibile su App Store. Esiste inoltre una versione desktop per Windows, macOs e Linux ottenibile dal sito di Signal previa installazione su smartphone o tablet
Registrazione
- L’inserimento del numero di telefono al momento della registrazione consente di identificare il profilo e sincronizzare i contatti. Come in Telegram, l’utente ha modo tuttavia di comunicare senza rendere visibile il proprio numero, un passaggio che contribuisce a innalzare il livello di privacy. La crittografia end-to-end si estende inoltre al nome e all’immagine associate al profilo
Messaggi a scomparsa
- Sempre sul fronte della privacy, Signal contempla la possibilità di inviare o ricevere messaggi a scomparsa che si autodistruggono dopo un determinato lasso di tempo. L’utente ha poi la possibilità di utilizzare una comunicazione crittografata anche su chiamate vocali e video. Sul punto, Telegram offre la possibilità di ricorrere a comunicazioni crittografate end-to-end solo nelle “chat segrete”, avviabili previo mutuo consenso tra mittente e destinatario
Crittografia predefinita
- L’accesso all’app è potenziato anche dall’inserimento di codici di accesso e dati biometrici come il riconoscimento facciale. Come detto, il cavallo di battaglia di Signal poggia sulla crittografia end-to-end inserita come impostazione predefinita per tutte le comunicazioni. Negli ultimi anni il potenziamento della riservatezza ha investito anche Whatsapp che tuttavia subordina il servizio all’invio di metadati, come le informazioni sul dispositivo e l’utilizzo dell’app, funzionali a tracciare il comportamento degli utenti
Oltre la censura
- Un altro punto di forza riguarda la possibilità di camuffare i messaggi. L’impossibilità per i provider di Internet di distinguere tra le comunicazioni su Signal e semplici ricerche in rete ha reso difficile l’accesso ai contenuti e i tentativi di censura intrapresi da alcuni Paesi, dall’Egitto agli Emirati Arabi Uniti
Azienda open source
- A marcare la differenza da Whatapp e Telegram è poi la fisionomia di Signal. In quanto applicazione open source, l’app consente a qualsiasi sviluppatore di contribuire a migliorare le prestazioni. Sull’app di Meta invece il codice sorgente non è accessibile al pubblico
Simbolo di resistenza?
- Negli ultimi anni la Signal Foundation, organizzazione no-profit che gestisce Signal guidata da Meredith Whittaker, ha attirato l’attenzione per l’importanza nel preservare la privacy degli utenti sopra ogni aspetto, compresa la capacità di penetrazione delle aziende Big Tech. “Quando è costretta dalle autorità, Signal è pronta a dare tutto quello che ha. Cioè nulla, perché non salva neppure i metadati. E chi usa app come questa troverebbe comunque metodi per rimanere anonimo, come per esempio una Vpn, cioè una rete virtuale privata che nasconde il vero indirizzo Ip”, spiega al Corriere della Sera Paolo Dal Checco, consulente informatico forense
L'uso presso governi e istituzioni
- L'avanzata di Signal nei circuiti del potere è corroborata da una raccomandazione, risalente al febbraio del 2020, che invitava il personale della Commissione Europea a utilizzare l'app per le comunicazioni riservate. Secondo il direttore di The Atlantic Goldberg poi la stessa amministrazione Trump l'ha eletta come canale di comunicazione preferenziale
Per approfondire: Trump dopo caso della chat su Signal: "D'accordo con Vance, europei sono parassiti"