Come ci è finito un giornalista nella chat Signal sulla sicurezza Usa?

Per capire questa storia serve un po' di dimestichezza con tutti quegli acronimi tanto affascinanti nei film di spionaggio quanto noiosi nella realtà del gergo burocratico di Washington D.C. Acronimo numero uno. DoD. Sta per Dipartimento della Difesa, cioè il Pentagono. Nell'ottobre 2023 il DoD ha diffuso un memorandum indirizzato alla senior leadership del Dipartimento e intitolato "Uso di applicazioni mobili non classificate nel Dipartimento della Difesa". Cito. "Le applicazioni mobili sono prodotti software progettati per funzionare su dispositivi mobili. L'uso improprio e la cattiva gestione delle applicazioni mobili comportano un rischio per la sicurezza informatica e la sicurezza delle operazioni ". Il Pentagono divide le informazioni non classificate in due gruppi: quelle la cui divulgazione non è stata approvata e quelle divulgabili solo con tempi e modalità predeterminati, anche dette CUI. Secondo il memorandum citato le app possono comportare la divulgazione non autorizzata dell'uno e dell'altro tipo informazioni, mettendo a repentaglio operazioni, strategie o missioni. È per questo che "il personale del DoD non utilizzerà account non DoD o account di posta elettronica personali, sistemi di messaggistica o altri sistemi informativi non pubblici del DoD, ad eccezione dei sistemi approvati o autorizzati dagli appaltatori governativi, per condurre attività ufficiali che coinvolgono CUI". La regola vale sia per i device non classificati del Dipartimento della Difesa sia per i dispositivi mobili non del governo ma comunque approvati: questi ultimi li chiamano anche AMD, nel caso siate in astinenza da acronimi. Aggiungo un’altra sigla: SCIF. Sta per Sensitive Compartmented Information Facility, cioè struttura sigillata per informazioni sensibili. Per dirla in un’altra maniera, quando i membri dell’Amministrazione discutono informazioni riservate dovrebbero farlo in un luogo appositamente allestito. Lo SCIF può anche essere mobile e non ha a che fare tanto con l’architettura, quanto con le misure di sicurezza adottate a livello fisico e informatico per garantire la segretezza della conversazione. Questo lungo preambolo serviva per farvi capire come l’utilizzo di una chat Signal da parte di alcuni membri dell’Amministrazione Trump costituisca una irregolarità in sé, a prescindere dal fatto che un giornalista sia stato inserito per errore tra i membri: quest’ultima circostanza, semmai, è la prova di come un’app commerciale sia intrinsecamente inadatta a ospitare un certo tipo di conversazioni. C’è un ulteriore problema, ben spiegato dal professor Jason R. Baron nell’articolo dell’Atlantic in cui il Direttore Goldberg racconta di come sia incredibilmente finito nella chat. “In base alle leggi sull’archiviazione applicabili alla Casa Bianca e alle agenzie federali”, spiega Baron, “a tutti i dipendenti governativi è vietato l'uso di applicazioni di messaggistica elettronica come Signal per affari ufficiali, a meno che tali messaggi non vengano prontamente inoltrati o copiati su un account governativo ufficiale”. Il fatto che i messaggi in chat siano effimeri cozza infatti contro la necessità di tenere traccia di atti, conversazioni e colloqui ufficiali. Signal è nata nel 2010, quando si chiamava TextSecure. Ha acquisito una certa notorietà nel 2015, quando si scoprì che era l’app preferita da Edward Snowden, l'ex consulente della Cia che ha fatto trapelare documenti sullo spionaggio ai danni di cittadini statunitensi. È gratuita, disponibile praticamente ovunque e dotata di un metodo di crittografia end-to-end che garantisce una notevole sicurezza rispetto alle intrusioni informatiche. Proprio per questo dal 2020 è l’app consigliata al personale della Commissione europea. Tutto ciò non significa che Signal non sia esposta alle falle. Lo scorso febbraio il GTIG ha osservato “crescenti sforzi da parte di diversi attori allineati allo stato russo per compromettere gli account Signal Messenger utilizzati da individui di nel mirino dei servizi di intelligence di Mosca”. Il contesto era quello della guerra in Ucraina, ma la nota del GTIG aggiunge: “prevediamo che le tattiche e i metodi utilizzati per colpire Signal cresceranno nel breve termine e si diffonderanno ad altri attori e regioni”. Affidabile o meno, una chat commerciale rappresenta un punto debole perché è inevitabilmente esposta all’errore umano. L’inserimento di Goldberg nella chat da parte del Consigliere per Sicurezza Nazionale Michael Waltz lo dimostra in maniera lampante. Grazie alla scoop dell’Atlantic ci si è resi conto che l’utilizzo di Signal all’interno dell’Amministrazione è ben più diffuso di quanto dovrebbe. Sembra che di recente quest’app sia diventata molto comune anche sugli smartphone dei dipendenti federali, che la usano per lamentarsi dei tagli decisi da Elon Musk senza paura di essere spiati da Elon Musk. Che sia lecito o meno, sembra che in questo periodo a Washington stiano tutti lì a chattare su Signal. Trump minimizza e fa muro contro le critiche. "Tutti usano Signal, anche in ambienti militari", dice. Il Presidente si è limitato a chiedere una semplice verifica, ben più soft della vera e propria inchiesta che auspicano in molti, anche tra i repubblicani. Waltz, a detta di Trump, è una brava persona, che sta facendo un buon lavoro e che ha fatto un semplice errore molto comune. Il direttore dell’Atlantic, invece, è un "viscido che si sta facendo pubblicità" e un nemico del popolo. Sono più o meno le stesse accuse dirette al New York Times qualche giorno fa, dopo le rivelazioni sul progetto di condividere con Elon Musk i piani segretissimi di un’ipotetica guerra contro la Cina. La Casa Bianca nega che siano state diffuse informazioni top secret, ma certo non può negare di aver regalato ai democratici una potente arma polemica, e per di più in un momento in cui i democratici annaspavano. Al Senato l’opposizione ha torchiato la Direttrice dell’Intelligence Nazionale Gabbard e il Direttore della Cia Ratcliffe. Erano lì per parlare del Rapporto Annuale sulle minacce contro l’America. Gli è toccato parlare di tutt’altro.

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