Interfacce ingannevoli, poca trasparenza sulla pubblicità oltre ad un insufficiente accesso ai dati destinati ai ricercatori. Queste, dopo un’indagine sul merito, le accuse che la Commissione Ue ha rivolto alla piattaforma che, se confermate, potrebbero tramutarsi in sanzioni pecuniarie fino ad un ammontare pari al 6% del monte d'affari globale annuale dell’azienda
Nuovi guai per X, la piattaforma di microblogging di proprietà di Elon Musk. Secondo la Commissione europea il social network, l’ex Twitter, sta violando le regole Ue sui servizi digitali (il Digital Services Act) utilizzando interfacce ingannevoli, poca trasparenza sulla pubblicità oltre ad un insufficiente accesso ai dati destinati ai ricercatori. Dopo un’indagine sul merito, l’Ue ha inviato a X i risultati così che la società possa difendersi dalle accuse.
La possibile sanzione
In particolare, secondo Bruxelles, su X i cosiddetti account verificati con il segno di spunta blu in realtà non sono tali e, dunque, rappresentano una prassi ingannevole nei confronti degli utenti. Questo, ha sottolineato la Commissione, perché chiunque può iscriversi per ottenere tale status. "Esistono prove di malintenzionati che abusano degli account verificati per ingannare gli utenti", ha fatto sapere Bruxelles. Dalle indagini condotte, risulta poi, tra l’altro, che la società di Elon Musk non rispetta le regole Ue sui servizi digitali anche per quanto riguarda i criteri di trasparenza richiesti in merito alle pubblicità diffuse attraverso la piattaforma. E, parallelamente, l'ex Twitter non consente un adeguato accesso ai dati pubblici da parte dei ricercatori ed anche in questo caso non rispetta le linee guida sancite nel Dsa. Ora le accuse mosse a X verranno sviscerate in un confronto con i vertici dell'azienda e, se confermate, la Commissione europea potrebbe arrivare ad infliggere sanzioni pecuniarie fino a un ammontare pari al 6% del monte d'affari globale annuale dell’azienda. Secondo fonti di stampa, i ricavi da pubblicità di X, che non è più quotata in Borsa, nel 2023 si sono aggirati intorno ai 2,5 mld di dollari. Così, almeno in teoria, la sanzione potrebbe arrivare a circa 150 mln di dollari. Una decisione di non conformità, invece, potrebbe anche innescare un periodo di supervisione rafforzato per garantire il rispetto delle misure che il fornitore intende adottare per porre rimedio alla violazione. La Commissione potrebbe quindi anche imporre alcune penalità periodiche per obbligare la piattaforma a conformarsi alle direttive.