Ai e nuove tecnologie, il progetto "Fatti per Capire" del Museo della Scienza di Milano

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Simonetta Poltronieri

Simonetta Poltronieri

All’intelligenza artificiale e al rapporto uomo-macchina è dedicato il primo evento dal vivo di "Fatti per Capire", il progetto del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci che intende promuovere la cultura tecnico-scientifica. “È bene che i cittadini abbiano gli strumenti per comprendere quello che sta accadendo”, sottolinea il direttore del Museo Fiorenzo Marco Galli nel raccontare il progetto

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“Noi esseri umani siamo fatti per capire, ma per capire ci vogliono i fatti”. Nasce e si sviluppa a partire da questo slogan "Fatti per Capire" il progetto di divulgazione scientifica del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Dopo oltre un anno di lavoro con approfondimenti sul web, parte una nuova fase del progetto: "Fatti per Capire Live", incontri dal vivo con esperti per affrontare i grandi temi, spesso controversi, della contemporaneità. A inaugurare la stagione, il 27 febbraio 2024 alle 18.30, un incontro incentrato sull’intelligenza artificiale, tema questo su cui - come sottolinea il direttore generale del Museo Fiorenzo Marco Galli, “non è solo necessario ma anche un po’ obbligatorio aprire un dibattito pubblico”.

L'Ai e le sue implicazioni tutte da scoprire

“L’intelligenza artificiale è un tema controverso anche perché è nuovo”, spiega Galli. “È uno strumento molto sofisticato perché si autoalimenta e quindi tende a crescere in modo esponenziale anche nelle sue possibili applicazioni. Per questo merita una grande attenzione perché non siamo in grado oggi di comprendere tutte le conseguenze che ne possano derivare”, aggiunge Galli. In linea con la sua missione quindi, il Museo della Scienza e della Tecnologia si propone come mezzo di comunicazione per interpretare la contemporaneità. “Questo per noi è il ruolo della nostra realtà istituzionale che chiamiamo ancora museo - anche se nell'immaginario collettivo il museo è un po’ un luogo statico, noi facciamo tante cose”, racconta Galli. “Sì, abbiamo ancora esposti oggetti di un passato che è bello ricordare, abbiamo tante attività legate ai servizi educativi, riceviamo tantissime scolaresche che vengono nei nostri laboratori, abbiamo una collezione d'arte che valorizziamo in modo diversificato, ma serve la contemporaneità e serve quindi uno strumento come Fatti per Capire”. “L’obiettivo”, prosegue Galli, “è affrontare i temi che la quotidianità ci impone all'attenzione giorno per giorno anche se è difficile descrivere la contemporaneità, perché mentre ne parliamo c'è già qualcosa di nuovo che emerge. Ci sono però delle aree tematiche che sicuramente diventeranno fondamentali nel prossimo futuro, come lo spazio o la salute”.

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La contemporaneità porta con sé due concetti che sono interconnessi, vale a dire quello di pervasività e di conseguenza quello di complessità. “Siamo ormai tutti coinvolti in uno scenario che chiamiamo comunicazione, che chiamiamo interazione, che chiamiamo anche Intelligenza Artificiale”, sottolinea il direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. “Per citare Papa Francesco, non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento d’epoca”, ricorda Galli, “e questo è quello che in qualche modo ci spaventa".

Educazione per capire la complessità

“La complessità che stiamo vivendo è determinata dall'aumento esponenziale degli strumenti di comunicazione”, sottolinea Galli. “Dobbiamo pensare a quelli che sono i grandi scenari su cui lavorare. Uno di questi è quello della formazione, che non è solo preparazione tecnica, ma è anche preparazione culturale. Io dico sempre che la cultura è l'organizzazione che le persone si danno per vivere meglio.  E questo comporta tante cose: ad esempio, per le nuove generazioni, il capire che non ci sarà più un qualcosa che una volta conosciuto è dato per sempre, quindi bisogna avere la capacità di prepararsi a cambiare spesso”, aggiunge il direttore del Museo. “Uno dei temi più rilevanti oggi è quello di riuscire a rinforzare tutti i giorni la quota umana che ci appartiene perché altrimenti il mondo della tecnologia da solo ci può sembrare arido. Bisogna leggere, comprendere, guardarsi intorno e relazionarsi”.

 

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“Una delle modalità per comprendere come sia necessario approcciare la vita, soprattutto con tutte queste novità  che dobbiamo in qualche modo recepire, ci viene dal mondo Zen”, spiega Galli. “Questo atteggiamento - che non è una religione, ma una filosofia di vita -  ha come centro il vuoto. Ad esempio, qual è la cosa importante di un bicchiere: che sia di un materiale prezioso oppure che sia vuoto così da mettere al suo interno qualcosa e usarlo per bere? Questa è una metafora tutt'altro che poco significativa: noi dobbiamo essere capaci di “svuotarci” dai nostri pregiudizi per poter accogliere delle novità, ben filtrate, che ci arrivano da fuori”, sottolinea Galli. “Uno dei filtri può essere l’aiuto che dà un progetto come Fatti per capire ma il filtro principale sta in noi”.

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