Furby, il giocattolo che era diventato una minaccia per la sicurezza. IL PODCAST

Tecnologia
Alberto Giuffrè

Alberto Giuffrè

Può un giocattolo diventare un problema di sicurezza? In qualche modo sì, ed è quello che è accaduto alla fine degli anni ’90 con il Furby. Ne parliamo in questa puntata in occasione dei file diffusi dalla Nsa: la National Security Agency temeva che il Furby potesse ascoltare e registrare le voci dell’ambiente circostante

Aveva le sembianze di una creatura a metà tra un criceto e un gufo. Si chiamava Furby e tra il 1998 e il 1999 era diventato uno dei giocattoli più venduti al mondo. Grazie anche a una caratteristica insolita per l’epoca: Furby parlava una lingua inventata, il Furbish, oltre all’inglese e ad altre lingue. È stato uno dei primi tentativi di vendere al grande pubblico un piccolo robot domestico. Ne parliamo adesso perché su richiesta di un utente twitter la National Security Agency degli Stati Uniti ha pubblicato una serie di documenti interni dell’epoca relativi proprio a questo giocattolo.

Cosa c’entra l’agenzia per la sicurezza nazionale americana con un Furby? Oggi in cui il dibattito pubblico è occupato dai rischi dell’intelligenza artificiale può far sorridere pensare che alla fine degli anni ’90 le autorità americane temevano che il Furby avesse una sorta di chip incorporato in grado di ascoltare e imparare quello che accadeva nell’ambiente circostante. Ospite di questo episodio, Gianluca Boccacci.

Come ascoltare 1234

Sul nostro sito

Su Spotify

Su Apple Podcast

Su Google Podcast

Su Spreaker

Fraud_Lab_di_Onfido

approfondimento

AI, il laboratorio che crea false identità (a fin di bene)

Tecnologia: I più letti