Live In Genova, Cingolani: "Senza sicurezza digitale siamo tutti in pericolo"

Tecnologia

L'amministratore delegato di Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica a colloquio col direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis. "L'Europa deve investire per continuare a proteggersi dalle minacce informatiche, ma allo stesso tempo è necessario aiutare i cittadini ad abbattere l'immaturità digitale". E sull'intelligenza artificiale: "Sta all'uomo la responsabilità di utilizzarla per le giuste mansioni"

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Sicurezza è la parola chiave per il futuro che ci attende, non più declinata soltanto in senso tradizionale. A ribadirlo, sottolineando a più riprese che "senza sicurezza digitale siamo tutti in pericolo", è l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, intervistato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis nel corso della seconda e ultima giornata di Live In Genova. Al centro del panel che ha visto protagonista l'ex ministro della Transizione ecologica, anche i temi dell'intelligenza artificiale e dell'educazione digitale (SEGUI LA DIRETTA DI LIVE IN GENOVA).

"L'Europa deve investire in sicurezza contro le minacce"

A imporre un cambio di passo sono, secondo Cingolani la velocità del progresso tecnologico e i grandi stravolgimenti che hanno modificato i contorni della geopolitica mondiale negli ultimi anni, evidenziando quanto i dati abbiano assunto  un ruolo di primaria importanza nell'ambito del rafforzamento della sicurezza degli Stati. "L'Europa è il secondo investitore al mondo in difesa, che non è fatta soltanto di armi", spiega Cingolani, "ma ciò nonostante non può dirsi al riparo dalle minacce".

"Siamo tutti in pericolo senza un'adeguata sicurezza digitale"

Minacce che, ora più che mai, sono sempre più invisibili. "Tutto quello che fa parte delle nostre vite è oggi collegato a un sistema digitale. Siamo, dunque, tutti in pericolo se le informazioni non sono cyber protette. Per fare un esempio, non è poi molto diverso dall'avere o meno parapetti che mettono al sicuro le strade sui ponti". "La diffusione dei dati mina la privacy e la sicurezza personale", sottolinea nel dettaglio l'ad di Leonardo, "e per questo serve un approccio condiviso al tema, che passi attraverso un'alleanza tra l'Italia e gli altri Paesi Europei".

"Potenza di calcolo, memoria e reti per una transizione piena"

Ma a che punto è il nostro Paese per quanto riguarda la transizione digitale? "L'Italia non è posizionata così male", spiega ancora Cingolani. "Per essere all'altezza delle sfide, una società digitale deve oggigiorno dotarsi di grande potenza di calcolo, necessaria per gli algoritmi alla base dei sistemi finanziari, di difesa e salute. Servono, poi, grandi memorie per le grandi quantità di dati che devono essere protetti. Il trasferimento dev'essere sicuro e, per questo, occorre una rete, un'infrastruttura di rete, che dal rame è passata ai satelliti, sempre più complessa". Infrastruttura che deve essere sinergica e omogena.

"Dobbiamo agire per compensare l'immaturità digitale del Paese"

Cingolani ribadisce poi l'importanza di informare i cittadini in modo semplice e ed efficace, per provare a compensare "un'immaturità digitale" con la quale l'Italia è, purtoppo, costretta ad avere ancora a che fare. "Noi scienziati dobbiamo giocare un ruolo filantropico. Spiegare come tecnologia e scienza funzionano nella maniera più semplice possibile per ottenere una società cosciente".

"Utilizzare l'intelligenza artificiale per le giuste mansioni"

Infine, una riflessione sull'intelligenza artificiale e sull'influenza che ha e avrà sulle nostre vite. "Si tratta di uno strumento potente e avanzato, ma pur sempre programmato e utilizzato dagli umani. Sta agli umani saperne fare il migliore utilizzo. Le giuste mansioni? Salute, ricerca nello spazio e materie prime, tutte applicazioni che servono. Il problema, anche in questo caso, è educare l'utilizzatore al migliore utilizzo della tecnologia".

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