Big Tech, Commissione Ue: le aziende saranno responsabili dei contenuti illegali

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Se non interverranno con rapidità quando riceveranno una notifica rischieranno di incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato annuo. Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore entro due anni

Oggi, martedì 15 dicembre, la Commissione Ue ha presentato il nuovo Digital Service Act (Dsa) come parte di un pacchetto per regolamentare il mercato digitale. In base alle norme proposte da Bruxelles, le piattaforme digitali saranno tenute a intervenire “rapidamente” quando riceveranno una notifica relativa alla pubblicazione di un contenuto illegale sui loro siti. Se non lo faranno, rischieranno di incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato annuo. L’obiettivo è chiedere a tutti gli intermediari online, senza distinzione, di assumersi una maggiore responsabilità nella moderazione dei contenuti e di cooperare con le autorità per rimuovere il materiale illegale diffuso dagli utenti, come contenuti di stampo terroristico, pedopornografico o di incitamento all’odio.

Le regole per le piattaforme più grandi

Sempre dal Dsa, emerge che le piattaforme più grandi, con più di 45 milioni di utenti, ovvero il 10% della popolazione dell’Ue, dovranno dotarsi di mezzi umani e/o automatizzati per garantire la loro capacità di intervenire con tempestività in caso di notifica. Inoltre, per evitare di essere ritenute responsabili della diffusione dei contenuti illegali, dovranno dimostrare di non avere “effettiva conoscenza” o dare prova di “agire rapidamente” al fine rimuovere o disabilitare l’accesso al contenuto.

 

Le dichiarazioni di Brenton e Vestager

Therry Brenton, il commissario Ue per il Mercato interno, ha sottolineato che “più le società sono grandi, più devono rispondere a obblighi e responsabilità”. Le norme “non sono contro” qualcuno, “ma per i cittadini dell’Ue, le nostre imprese, la democrazia, l’innovazione, la concorrenza leale”, ha aggiunto. Margrethe Vestager, la vicepresidente della Commissione Ue, invece, ha parlato del tempo necessario per l’approvazione delle nuove norme Ue sul digitale. “Speriamo che” l’iter per approvarle “sia il più veloce possibile” e serva “un anno e mezzo” e “poi altri sei mesi prima che il regolamento entri in vigore”. Vestager ha anche spiegato che sarà necessario un rodaggio per la nomina delle aziende considerate “gatekeeper” che saranno soggette alle norme. “Siamo impazienti di lavorare con il parlamento Ue e il Consiglio. L’Ue vuole rimettere ordine nel caos del traffico su Internet”, ha aggiunto.

 

La preoccupazione di Google

Karan Bhatia, vice presidente Government Affairs e Public Policy di Google, ha commentato il pacchetto sul digitale presentato dalla commissione. “Nei prossimi giorni esamineremo attentamente le proposte della Commissione, ma ci preoccupa che possano essere mirate specificamente a un ristretto gruppo di aziende e rendere così difficile lo sviluppo di nuovi prodotti a sostegno delle piccole imprese in Europa. Continueremo a sostenere l’introduzione di nuove regole che supportino l’innovazione, aumentino il senso di responsabilità e promuovano la ripresa economica a vantaggio dei consumatori e delle imprese europee”.

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