TikTok, Cina contro la vendita a Microsoft: “Intimidazioni dagli Usa”

Tecnologia

Secondo il portavoce del ministro degli esteri cinese le azioni di Trump vanno lette come una “totale intimidazione”. Ma il numero uno della Casa Bianca chiede che venga riconosciuto il suo ruolo di intermediario

La vendita di TikTok  dall’azienda cinese ByteDance a Microsoft continua a far discutere. La Cina  ha accusato gli Stati Uniti di intimidazione, parlando di un’operazione che va contro i principi di trasparenza della World Trade Organization (Wto). La trattativa è ufficiale da martedì 3 agosto e secondo l’agenzia di stampa Reuters, il colosso di Redmond vorrebbe portarla a termine entro il 15 settembre. Il via libera era arrivato direttamente da Donald Trump, che in una telefonata con Satya Nadella, ceo di Microsoft, ha dato 45 giorni di tempo per chiudere la partita. Se non avverrà, sarà un decreto presidenziale a mettere al bando il social network cinese (che negli Usa conta oltre cento milioni di utenti) un atto Trump aveva preannunciato nei giorni scorsi, prima di acconsentire alle contrattazioni. Con l’acquisizione di TikTok, Microsoft diventerebbe il più potente rivale di Facebook.

L’ira della Cina

Sono proprio le pressioni esercitate da Trump – che si appella alla sicurezza nazionale, minacciata da TikTok – ad essere condannate dalla Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha parlato di "totale intimidazione" da parte del presidente statunitense e dichiarato che le sue azioni vanno “contro i principi del mercato e quelli di apertura, trasparenza e non-discriminazione del Wto”. Wenbin accusa Trump di discriminazione e di voler politicizzare le questioni economiche e commerciali. E con la scusa della sicurezza nazionale - prosegue - di voler sabotare tutti gli sforzi cinesi sul fronte tecnologico, e le sue ambizioni di affermarsi come attore globale anche nel settore dei social. Non è l’unico ad essersi espresso in (forti) torni contrari. "Un accordo forzato sotto il fucile di Washington potrebbe aprire a infinite controversie se dovesse portare a un risultato sfavorevole per gli azionisti privati esistenti”, è il pensiero di Fred Hu, presidente del Primavera Capital Group, un investitore in ByteDance, citato da Reuters.

Trump “l’intermediario”

Opposto l’umore del numero uno degli Stati Uniti, che dopo aver minacciato un decreto ad hoc ha invece concesso a Microsoft  di procedere con l’acquisizione delle quote di TikTok. Adesso, però – avrebbe detto Trump durante un briefing alla Casa Bianca – o la Cina o Microsoft devono far sì che al Tesero Usa giungano delle entrate per questa trattativa, che non sarebbe stata possibile senza l’ok della sua amministrazione. L’esempio fornito da Trump, ribattuto dalle agenzie di stampa, è quello di un locatore e un conduttore che senza un intermediario non possono concludere un accordo.

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