Coronavirus, il Ministero dell’Innovazione: codice sorgente di Immuni sarà Open Source

Tecnologia
Coronavirus (Getty Images)

Sistema sarà libero e verificabile da tutti e l’app si baserà sull'installazione volontaria. Sono solo alcuni degli aspetti sulla privacy di Immuni, che il Ministero dell’Innovazione ha chiarito in un documento pubblicato sul sito ufficiale  

Immuni, l’app di tracciamento scelta dal Governo italiano che aiuterà il tracciamento dei contagi nella fase 2, non sarà obbligatoria e il codice sorgente del suo sistema dovrà essere Open Source, quindi libero e verificabile da chiunque.
Questi sono solo alcuni degli aspetti sulla privacy e la sicurezza di Immuni, che il Ministero dell’Innovazione Tecnologica ha chiarito in un documento pubblicato sul sito istituzionale. Riguardo alla privacy dei cittadini, il Ministero precisa che il modello di app prescelto "non dovrà accedere alla rubrica dei contatti del proprio telefono, non chiederà nemmeno il numero e non manderà sms per notificare chi è a rischio”.

Chiariti punti sulla privacy e la sicurezza dell'applicazione Immuni

L’applicazione "si baserà sull'installazione volontaria da parte degli utenti e il suo funzionamento potrà cessare non appena terminerà la fase di emergenza, con cancellazione di tutti i dati generati durante il suo funzionamento”, si legge nel documento, nel quale il Ministero dell’Innovazione ribadisce che la piattaforma di contact tracing "non conserverà i dati relativi alla geolocalizzazione degli utenti, ma registrerà esclusivamente i contatti pseudonimizzati di prossimità rilevati mediante la tecnologiabluetooth low energy”. Inoltre, "sarà necessaria l'integrazione delle indicazioni e dei protocolli sanitari stabiliti dal ministero della Salute e dalle autorità sanitarie”.
"Qualora determinazioni di Governo e Parlamento permettessero di renderlo operativo, il “contact tracing” potrebbe aiutare a identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, potrebbe impedire la trasmissione successiva del virus dai casi secondari", spiega il Ministero nella nota, ribadendo l’importanza dell’utilizzo dell’app nella Fase 2.

I passaggi che hanno portato a selezionare l’app

Nel documento, il Ministero dell’Innovazione ricostruisce anche i passaggi e gli incontri che hanno portato a selezionare l'app di contact tracing, "dalla nascita della task force alla valutazione delle tecnologie".
La prima importante riunione in merito è datata al 30 marzo durante la quale sono state discusse “le eventuali iniziative governative da adottarsi a valle della selezione della soluzione tecnologica di 'contact tracing', con rappresentanti dei ministri di Interno, Giustizia, Salute, Innovazione e Servizi del Comparto Sicurezza dello Stato". Dopo un secondo incontro, avvenuto il 4 aprile 2020, "con nota indirizzata il 10 aprile 2020" al Commissario straordinario Domenico Arcuri, il presidente del Consiglio ha richiamato le osservazioni dei ministri della Salute e per l'Innovazione", chiedendo al Commissario di "procedere rapidamente" a valutare le modalità di attuazione della proposta. Nella nota viene precisato che “in tali attività, il Commissario sarà supportato anche dai rappresentanti delle amministrazioni competenti 'ratione materiae' e da un rappresentante designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano". 

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