La PlayStation 2 compie 20 anni: la storia della console Sony

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Immagine di archivio (Getty Images)

Nel corso degli ultimi due decenni, la piattaforma, che ha fatto il suo debutto sul mercato giapponese il 4 marzo del 2000, è stata acquistata 150 milioni di volte, diventando la più venduta di sempre 

La PlayStation 2 è una console che non ha bisogno di presentazioni. Nel corso degli ultimi 20 anni si è guadagnata un posto nell’immaginario collettivo, grazie alla sua sterminata ludoteca e alle innovazioni che ha portato nel mondo dei videogiochi, come la capacità di leggere i DVD-ROM, la possibilità di connettersi alla rete per giocare online (presente anche nel Dreamcast, l’ultima console prodotta da Sega) e il supporto a vari accessori, tra cui la videocamera Eye Toy, la chitarra compatibile con i giochi della serie Guitar Hero e il microfono con cui giocare a Singstar. Non stupisce, dunque, che dal suo debutto, avvenuto il Giappone il 4 marzo 2000, fino alla sua dismissione, risalente al 28 dicembre 2012 nel Paese del Sol Levante e al 4 gennaio 2013 nel resto del mondo, la console abbia venduto 150 milioni di unità, diventando la più venduta di sempre.

I giochi che hanno fatto la storia della console

Per quanto la capacità di leggere i DVD-ROM abbia indubbiamente contribuito al successo di PlayStation 2, difficilmente la console avrebbe ottenuto la stessa notorietà senza i numerosi capolavori che 20 anni fa hanno fatto sognare un’intera generazione di videogiocatori e che, ancora oggi, continuano a vivere grazie alle versioni remastered uscite per le piattaforme più recenti. Videogiochi come “Shadow of the Colossus”, “God of War”, “Devil May Cry”, “Kingdom Hearts”, “Final Fantasy X, “Metal Gear Solid 3: Snake Eater” e “GTA: Vice City”, hanno plasmato l’intero settore videoludico, portandolo in direzioni mai esplorate prima e aprendo le porte a progetti sempre più ambiziosi e visionari. Oltre a queste pietre miliari, lo sconfinato parco giochi della console includeva anche numerosissimi titoli maggiormente adatti a un pubblico casual, più interessato al divertimento sporadico che alle lunghe sessioni col pad tra le mani. Una piattaforma adatta a tutti, dunque, che ha permesso a molte persone di avvicinarsi per la prima volta al mondo dei videogiochi e ha alimentato questa passione in chi era già avvezzo agli schermi pieni di pixel e modelli poligonali. 

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