Il Parlamento europeo non intende ricorrere al riconoscimento facciale

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

Questa precisazione si è resa necessaria dopo che sull’intranet dell’organo legislativo è stata trovata una pagina riguardante il possibile utilizzo di questa tecnologia come misura di sicurezza 

Il Parlamento europeo ha ribadito di non avere alcuna intenzione di ricorrere al riconoscimento facciale. Questa precisazione si è resa necessaria dopo che sull’intranet dell’organo legislativo è stata trovata una pagina riguardante il possibile utilizzo di questa tecnologia come misura di sicurezza. Stando a quanto riportato dal Guardian, sul documento era possibile leggere: “L’uso di tecnologie come il riconoscimento facciale e la traduzione assistita dall’Intelligenza Artificiale può avere delle conseguenze sui metodi di lavoro, i processi e l’amministrazione dei servizi”. La pagina è stata rimossa dopo che un importante membro del Parlamento europeo ha sollevato dei dubbi sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale. “Non c’è alcun progetto riguardante l’utilizzo del riconoscimento facciale nel Parlamento europeo”, ha dichiarato un portavoce del Parlamento parlando col Guardian. 

La vicenda

Dopo aver visto il documento pubblicato su Intranet, la parlamentare tedesca Sophie in‘t Veld ha contattato Klaus Welle, il segretario generale del parlamento europeo, per capire in che modo i membri dell’organo legislativo e i loro assistenti trarrebbero beneficio dall’eventuale utilizzo di sistemi di sicurezza e servizi basati sul riconoscimento biometrico. Inoltre, ha provato a chiedere informazioni sui costi, sull’esistenza di eventuali studi relativi all’impatto di queste tecnologie e sulla conformità di questa iniziativa con le norme dell’Unione europea sulla protezione dei dati personali. Il sindacato SGPOE si è unito alla protesta e ha inviato un’email a tutti i membri del Parlamento europeo. Poco dopo, la pagina riguardante il possibile utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale è stata rimossa dall’Intranet dell’organo legislativo. Inoltre, un portavoce ha spiegato che la protesta di Sophie in‘t Veld riguardava una versione vecchia e non aggiornata di un progetto che era stato caricato per errore su Intranet.

L’Unione europea valuta il bando del riconoscimento facciale

Nel corso delle prossime settimane l’Unione Europea dovrebbe mettere al bando il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici per un massimo di 5 anni, finché non saranno definite nuove regole a tutela della privacy e della protezione dei dati personali. L’uso della tecnologia potrebbe essere vietato nelle stazioni, negli stadi e nei centri commerciali. 

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