Fitbit, produzione fuori dalla Cina da gennaio 2020

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

Anche l’azienda produttrice di smartwatch ha annunciato che dal prossimo anno la manifattura sarà trasferita altrove, in modo da evitare i dazi cinesi. Fitbit segue così l’esempio di Apple, Samsung e Google 

Spaventato dai dazi imposti dagli Stati Uniti, anche il colosso del settore smartwatch Fitbit è pronto a spostare la produzione fuori dalla Cina in modo da evitare le tariffe. Secondo quanto riportato da Reuters, la compagnia ha iniziato a valutare altri paesi per la propria manifattura fin dal 2018, in seguito all’inizio della guerra commerciare tra Washington e Pechino. Fitbit dovrebbe abbandonare il suolo cinese a partire da gennaio 2020, diventando così l’ennesima azienda statunitense a prendere questa decisione, sulla scia di altri giganti tech quali Apple, Samsung e Google.

Fitbit produrrà fuori dalla Cina: le motivazioni

Fitbit non ha ancora svelato la location nella quale verrà spostata la produzione di smartwatch e fitness tracker, principali prodotti dell’azienda. Ciò che è certo è che, dopo altri colossi del settore tech, un’altra azienda statunitense ha deciso di ‘fuggire’ dalla Cina per evitare i dazi imposti dall’amministrazione Trump, annunciandolo peraltro pubblicamente. Già durante l’estate Fitbit si era unito ad altre compagnie manifestando la propria opposizione a ulteriori dazi cinesi con alcune lettere inviate al presidente degli Stati Uniti. Il timore è che queste tariffe costringano i produttori ad alzare i prezzi finali dei propri prodotti, rendendo invece più competitive le aziende cinesi che producono negli Stati Uniti.

Dazi cinesi, i problemi causati alle aziende tech

Fitbit sposterà la manifattura fuori dalla Cina da gennaio 2020, ma secondo Cnn è improbabile che l’azienda decida di produrre i propri device negli Stati Uniti, come Donald Trump vorrebbe. Come molte altre compagnie, è più plausibile che la produzione avvenga nei paesi del sud-est asiatico, dove i costi ridotti permetterebbero di ottenere un certo margine di guadagno. Soltanto negli ultimi mesi Apple, Samsung e Google hanno deciso di spostare almeno parte della propria produzione fuori dalla Cina, specialmente per quanto riguarda gli smartphone. Cupertino aveva persino chiesto a Trump un’esenzione dai dazi per i pezzi dei Mac Pro realizzati in suolo cinese, un tema trattato dal Ceo di Apple Tim Cook durante un faccia a faccia con il presidente statunitense

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