Un nuovo robot tonno ispirerà i veicoli sottomarini del futuro

Tecnologia
Il nuovo Tunabot ispirato al tonno pinna gialla (UVA Engineering/YouTube)

Il Tunabot riesce a replicare fedelmente i movimenti e la velocità del tonno giallo e fungerà da base per realizzare nuovi sistemi di propulsione per i futuri mezzi subacquei senza pilota 

I futuri sottomarini privi di pilota potrebbero prendere spunto da Tunabot, un nuovo robot progettato dagli ingegneri della University of Virginia che si ispira ai movimenti rapidi del tonno e rappresenta una nuova base di partenza per realizzare futuri esploratori robotici sottomarini sempre più efficienti. L’Ufficio di ricerca navale degli Stati Uniti ha pagato 7,2 miliardi di dollari per finanziare il progetto, al quale hanno preso parte anche i biologi dell’Università di Harvard. Come viene spiegato su Science Robotics, che ha pubblicato lo studio, il primo obiettivo dei ricercatori era comprendere ciò che rende questi nuotatori così veloci.

Tunabot, il robot che imita il tonno pinna gialla

Il nuovo robot tonno rappresenta un progetto unico per via della combinazione tra robotica e dati biologici che ha permesso ai ricercatori di riprodurre fedelmente aspetti quali “la relazione tra la velocità, la frequenza di movimento della coda e le performance energetiche”, come spiegato dalla coordinatrice dello studio Hilary Bart-Smith. Il team era infatti intenzionato a scoprire i segreti biologici dei nuotatori per riprodurli su una piattaforma robotica. I test di laboratorio ai quali è stato sottoposto il Tunabot ne hanno mostrato la capacità di ripetere i movimenti agili del tonno pinna gialla, di cambiare rapidamente direzione e di muoversi a una velocità pressoché equivalente a quella dell’animale.

I robot futuri dovranno superare la biologia

Il Tunabot rappresenta in realtà soltanto un nuovo punto di partenza per sviluppare la prossima generazione di veicoli sottomarini che sarà alimentata sistemi da propulsione ispirati ai pesci e utili in diversi ambiti, dall’esplorazione subacquea all’ispezione di infrastrutture. Secondo Bart-Smith, i ricercatori hanno potuto in questo caso concentrarsi "su meccanismi e caratteristiche che promuovono prestazioni più elevate, maggiore velocità, maggiore efficienza” poiché non pressati dalle esigenze naturali dei pesci, costretti a evolversi per riprodursi e sfuggire ai predatori. In ogni caso, l’obiettivo finale è quello di “sorpassare la biologia” e arrivare a robot che nuotino più velocemente di qualsiasi altra cosa mai vista nell’oceano. 

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