Internet, Bezos vince la battaglia per dominio .amazon: la sentenza
TecnologiaL’Icann ha dato il permesso al colosso dell’e-commerce di usare per i propri siti il nome che otto paesi latinoamericani pretendevano in esclusiva per la Foresta amazzonica
Amazon ha vinto una battaglia durata oltre sette anni contro diversi paesi latinoamericani, ottenendo il diritto di usare il dominio ‘.amazon’. Come riporta il Financial Times, l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann) ha infatti accordato il permesso al gigante dell’e-commerce di proprietà di Jeff Bezos, dopo i ripetuti tentativi falliti di trovare un accordo tra l’azienda e la coalizione formata da otto nazioni dell'America Latina, che rivendicavano l’esclusiva del termine che dà il nome alla Foresta amazzonica. La decisione è attualmente provvisoria e potrà essere confermata in via definitiva dopo un periodo di 30 giorni.
Amazon, le proposte all'America Latina
Nei mesi scorsi, l’Icann aveva invitato Amazon e la coalizione di paesi dell’America Latina, l’Amazon Cooperation Treaty Organisation, a trovare un accordo che ponesse fine alla disputa iniziata nel 2012. In assenza di segnali distensivi, l’ente internazionale ha ritenuto “accettabili” i termini proposti dall’azienda di Jeff Bezos, che si sarebbe dichiarata disposta a non utilizzare all’interno dei propri domini nomi “di significato importante e riconosciuto per la cultura e il patrimonio della regione amazzonica”, escludendo di fatto circa 1500 termini. Inoltre, il colosso statunitense si sarebbe impegnato a mettere a disposizione dei governi latinoamericani altri nove domini da utilizzare senza fini commerciali “per mettere in risalto la cultura e il patrimonio della regione attraverso i siti che ospitiamo”.
Il commento della coalizione latinoamericana
Le condizioni offerte da Amazon per porre fine alla guerra con l’America Latina non hanno però soddisfatto i paesi in causa, chiamando così l’Icann a prendere una decisione definitiva. Il Ministro degli esteri brasiliano ha commentato con rammarico il verdetto finale, che non considererebbe “adeguatamente l’interesse pubblico identificato da otto governi e, in particolare, la necessità di difendere il patrimonio culturale, naturale e simbolico delle nazioni e dei popoli della regione amazzonica”. Amazon, che nel corso delle trattative aveva persino offerto kindle e l’utilizzo dei suoi Web Services per un totale di 5 milioni di dollari, avrebbe invece rifiutato la proposta del Brasile di condividere proprietà e gestione del dominio, spiegando che “un brand deve controllare continuamente l’utilizzo di un marchio collegato ai propri affari”.