Days Gone, provata la nuova esclusiva per Ps4

Tecnologia

Cristian Paolini

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Il survival horror di Bend Studios per Sony uscirà il 26 aprile. I punti di forza la storia e un ecosistema dinamico che metterà a dura prova il protagonista: il biker Deacon St. John  

Days Gone. Come dire: com’erano belli i giorni andati, ma anche quelli presenti si lasciano giocare. Almeno dopo avere testato per tre ore il nuovo titolo in esclusiva per Ps 4 sviluppato da Bend Studios che sembra mantenere le promesse e giustificare l’attesa. La prima cosa che balza all’occhio nel gioco in uscita il prossimo 26 aprile è quanto sia curato il lavoro narrativo, con tante animazioni e la presentazione dei personaggi degna di un blockbuster cinematografico. Davvero un ottimo prologo alle fasi di gioco vero e proprio. Volendosi spingere oltre, potremmo dire che Days Gone minaccia di essere per i “survival horror” quello che è stato Red Dead Redemption 2 per il genere western (e non solo). Anche le prime fasi di gioco sembrano rinforzare l’analogia, con il personaggio principale, il biker  Deacon St. John prendere confidenza con la sua moto, che nell’economia del gameplay sarà anche più importante dei mezzi di locomozione per il capolavoro di Rockstar Game, zigzagando alle spalle del compagno di (dis)avventura Boozer. Completata la primissima fase di ambientamento, il gioco prende una strada non orginalissima rispetto al genere in cui si inserisce: la storia è ambientata in un futuro distopico dove la minaccia principale sono dei pericolosissimi mutanti, ma nemmeno gli altri sopravvissuti o i predoni che si incontrano lungo il cammino possono definirsi innocui. Si devono seguire tracce (anche grazie alla visione dinamica), utilizzare il crafting a seconda della missione, impugnare e sapere usare le armi giuste (pistola, fucile, balestra, eccetera), senza dimenticare che contro il pericolo si è sempre soli. La solitudine infatti è forse la cifra del gioco, che inizia con l’addio da parte del protagonista alla moglie Sarah, prima di ritrovarsi due anni dopo a esplorare l’open world insieme al già citato compagno Boozer. E il sangue. Che fa del gioco un’esperienza cruda, destinata a un pubblico adulto. Anche se il direttore creativo John Garvin ha un’idea più articolata.

"Il mondo di Days Gone è più crudele di quello di Red Dead Redemption 2" 

“Il titolo Days Gone, ha un sacco di significati in inglese, la nota nostalgica è predominante. Certo Deacon St. John si trova a vivere in un mondo estremamente violento rispetto a quello del passato, ma il ruolo nella struttura narrativa di Sarah ne fa anche una grande  storia d’amore”. Per Gavin il punto forte del gioco, oltre alla potenza della storia, è il realismo. “Ci troviamo in un ecosistema pericoloso e dinamico, dove tutto può cambiare, comprese le condizioni meteo, costringendoti a modificare la tua strategia di gioco – spiega -. Le condizioni del Nord Ovest degli Stati Uniti sono quelli di una terra davvero estrema sotto diversi aspetti. Il paragone con Red Dead Redemption 2? Ho amato quel gioco, ma questo è un mondo ancora più duro e crudele. Per Deacon sarà fondamentale il rapporto quasi simbiotico con la sua moto, la sua due ruote è una delle chiavi per rende l’esperienza di gioco davvero unica. Il tutto per 30 ore circa di gioco che non esauriscono certo il titolo, ci sono un sacco di motivi per rigiocarci, contenuti da scoprire e uno straordinario scenario da esplorare. Vedrete con i vostri occhi”. E suona come la promessa di un gran divertimento per i giorni futuri, e non solo di malinconia per quelli passati.

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