Huawei risponde a Trump: “Diventeremo i numeri uno al mondo”

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)
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Il chairman Guo Ping ha risposto agli ultimi sviluppi della vicenda sulla cybersicurezza negli Usa: ”Le avversità ci renderanno solo più coraggiosi, trattamento incredibilmente ingiusto”

"Le avversità ci renderanno solo più coraggiosi e un trattamento incredibilmente ingiusto ci porterà a diventare i numeri uno al mondo”. Con queste parole il chairman di turno di Huawei, Guo Ping, ha voluto rispondere indirettamente agli ultimi sviluppi della vicenda relativa alla cybersicurezza negli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump pronto a firmare un ordine esecutivo volto a vietare l’utilizzo nell’intero paese dei dispositivi per le telecomunicazioni prodotte dal colosso cinese che, secondo Washington, avrebbe stretti legami con il governo cinese.

Fatturato in crescita

"Resteremo calmi e composti di fronte alle avversità, e useremo la certezza della conformità legale per affrontare l'incertezza della politica internazionale", ha sottolineato Guo, citando anche Cicerone: "Maggiore sarà la difficoltà, maggiore sarà la gloria". Intanto, il fatturato per il 2018 della multinazionale con sede a Shenzhen raggiungerà i 108,5 miliardi di dollari, con un aumento del 21% rispetto all’anno scorso, con 26 contratti commerciali per il 5G stipulati con operatori di tutto il pianeta e la fornitura di oltre 10mila stazioni di base nel mondo. “Questa - conclude il manager - è la forma di conferma più diretta che possiamo ricevere dai nostri clienti", che dimostra come "Huawei non è mai stata e non sarà mai una minaccia per la sicurezza”.

Trump: Huawei rischio per sicurezza nazionale

Secondo le ultime indiscrezioni trapelate dalla Casa Bianca, Donald Trump sarebbe intenzionato a firmare un ordine esecutivo nel nuovo anno per vietare alle società statunitensi di usare apparecchiature per le telecomunicazioni prodotte dalle compagnie cinesi Huawei e ZTE. Secondo il tycoon, queste due società sarebbero agli ordini dal governo cinese e le loro apparecchiature potrebbero essere utilizzate per attività di spionaggio negli Stati Uniti.
Le tensioni sulla cybersicurezza tra Pechino e gli Stati Uniti non accennano a diminuire, soprattutto dopo l'arresto in Canada della direttrice finanziaria della compagnia cinese, Meng Wanzhou, e la richiesta di Trump ai suoi alleati di boicottare i dispositivi Huawei, invito già accolto da Australia, Nuova Zelanda e Giappone. Ad essi si è aggiunta anche la British Telecom, compagnia ex monopolista delle telecomunicazioni del Regno Unito, che ha deciso di escludere i prodotti della società cinese dal cuore dei suoi sistemi.

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