Australia, lotta ai droni non autorizzati: sensori per punire i piloti

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

Dopo i disguidi causati all’aeroporto di Gatwick, l’Australia è pronta a introdurre un sistema di monitoraggio per identificare e multare chi viola le norme sul volo dei droni

Come evidenziato dai recenti fatti che hanno causato la chiusura dell’aeroporto londinese di Gatwick, il monitoraggio dei droni diventa un’attività sempre più importante con il crescere della popolarità di questi velivoli. Ecco perché l’Autorità di sicurezza dell’aviazione civile australiana (Casa) ha deciso di affidarsi alla tecnologia per sviluppare un sistema di sorveglianza che permetta di controllare il volo dei droni risalendo automaticamente ai proprietari degli stessi, che saranno puniti con pesanti multe in caso di violazioni. Le operazioni della Casa inizieranno dal prossimo gennaio e si tratta soltanto di una delle misure che saranno adottate nel 2019 per regolarizzare l’utilizzo di questa nuova tecnologia.

Sensori per identificare droni e proprietari

Oltre trenta ore di chiusura di uno degli aeroporti più importanti del Regno Unito, con più di 800 voli cancellati. Sono stati pesanti e molteplici i disagi causati dai droni visti muoversi sopra Gatwick, mettendo in luce un problema che il governo australiano vuole risolvere alla radice, prima di altri spiacevoli episodi. Come dichiarato a AFP dal manager delle comunicazioni della Casa Peter Gibson, per l’Australia “nel 2019 saranno inaspriti i controlli di sicurezza sui droni”. Più nello specifico, l’Autorità di sicurezza dell’aviazione civile australiana inizierà da gennaio a dotare i maggiori aeroporti del paese di un sistema di monitoraggio fatto di sensori in grado di identificare un drone, il numero seriale del velivolo e risalire immediatamente al pilota, ottenendo immediatamente la sua posizione durante il volo del mezzo. Un provvedimento che farà coppia con uno schema volto alla registrazione dei proprietari di droni, anch’esso previsto per il prossimo anno. La nuova tecnologia porterà secondo Gibson a un cambiamento “drammatico”nell’applicazione delle leggi verso chi possiede i velivoli. L’Australia valutava l’implementazione di queste misure da qualche tempo, ma i recenti avvenimenti di Gatwick sottolineano l’importanza di agire rapidamente.

Multe fino a 6000 euro

“Nel 2019 - spiega ancora Gibson - potrebbe costare estremamente caro fare la cosa sbagliata con il proprio drone”. Oltre al nuovo sistema di monitoraggio, che comincerà dagli aeroporti per poi essere esteso ad altri luoghi popolari, l’Australia prevederà infatti sanzioni che potranno arrivare fino a più di 6000 euro e controlli mirati a verificare lo stato di sicurezza dei velivoli. Un giro di vite che farà seguito alla preoccupazione espressa dalle autorità australiane per il numero sempre maggiore di droni avvistati nei cieli del paese, concentrati spesso in aree specifiche, e che potrebbe presto riguardare molti altre nazioni. 

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